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tore abbaiandogli contro e tentando di mordergli i piedi, poi rassicurato dai gridi e dai cenni del padrone si sdraiò tra i due e divenne subito amico del vagabondo.

La madre provò gelosia anche di questo: avrebbe voluto che Rosa parlasse male al suonatore: e infatti appena Bellia fu in acqua, la serva si avvicinò e frenando la sua stizza disse piano:

— Non ti venga in mente di bagnarti qui, oh; i nostri ospiti non vogliono.

Il suonatore la guardò sorpreso con i suoi occhi d’uomo triste; e senza rispondere balzò in piedi riprese il suo strumento e andò a mettersi più lontano, di là degli scogli. Il cane lo seguì e Bellia gli faceva cenni dal mare quasi avesse indovinato le parole della serva e volesse chiedergli scusa.

Allora la madre rimproverò Rosa:

— Non si scaccia così un poveretto, come un cane. Adesso Bellia s’irriterà.

— Lasciate che si irriti, altrimenti finirà col portarvi quel lebbroso in camera vostra.

Bellia non s’irritò, non disse nulla, ma