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— Perchè tutti sono invidiosi di lui.

La serva rideva sghignazzando come una cornacchia: e in lontananza rispondeva la fisarmonica e pareva dicesse, per conto del suo padrone:

— Sì, sì, tutti m’invidiano perchè sono padrone della terra e del cielo: dove mi trovo mi stendo, e non ho paura di nessuno: nessuno può farmi del male perchè il male io già lo conosco in tutte le sue forme e non può nuocermi più! E neppure della morte ho paura perchè la mia tristezza è tanta che il pensiero della morte mi è dolce.

La madre sentiva confusamente queste cose e la sua pena si faceva più profonda, più misteriosa.

Quella notte dormì meno delle altre notti: le pareva che Bellia fosse sempre in pericolo; tutti glielo volevano prendere, il mare, la terra, gli uomini; e non riusciva a persuadersi che era la vita stessa che glielo prendeva.