Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 218 — |
Invano la serva cercava di rassicurarla.
— Ragazzi, sono! E il vostro Bellia bisogna pur bene che si stacchi dalla vostra gonna.
La padrona guardava le stelle, l’Orsa alta sul confine fra la brughiera e il mare, e neppure il silenzio delle onde e la serenità della notte profumata d’alghe e di menta selvatica riuscivano a chetarla. Era quasi mezzanotte; anche i lumi della casa bianca si spegnevano: solo sul mare lungo gli scogli errava una barca fantastica con una fiammella a prua e una figura che si sporgeva come a guardare e misurare la profondità delle acque.
— Ti pare, Rosa, che Bellia e quel ragazzaccio siano in quella barca, diretti alla grotta della Sirena? Anche oggi ne parlavano.
— È un pescatore d’arselle. Ma può essere anche un’anima errante: ad ogni modo Bellia vostro non è.
Finalmente si sentì lontano come venisse dal mare il suono della fisarmonica: in quel momento la madre benedisse lo