Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 209 — |
la serva, li sentisse, per confidare alla moglie il segreto della sua gioia.
— Quella donna è partita. È andata dal marito. Speriamo non torni più in paese.
La moglie sospirò, un sospiro strano non di sollievo ma di sofferenza rassegnata; egli la guardò e si accorse che anche lei era mutata, dimagrita, con gli occhi tristi; pareva avesse ceduto la sua carne per ingrassare il corpo del figlio, e la tristezza di questi si fosse in qualche modo trasfusa in lei.
— Maria Caterina, — disse subito allarmato, — perchè sei così? Che hai?
— Nulla, Zebedeo. È il clima del mare che mi abbatte. La notte non posso dormire.
— Ti bevi troppo caffè, forse.
— Forse: ma non ho voglia di altro. È il pensiero della casa che mi tiene sveglia.
— Tu sei pazza, Maria Caterina; la casa è custodita come una fortezza, perchè tu appunto non ti dia pensiero ho fatto stare a casa il servo; e la vecchia bada a tutto solerte e maliziosa come la madre del dia-