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Si riavvicinò all’uscio di cucina, ma non entrò. Vide il padre che fumava la pipa; fumava con rabbia stringendo forte fra i denti il cannello e cercando di velarsi il viso col fumo: vide la madre che sbrigava silenziosa e furtiva le faccende che avrebbe dovuto far Rosa; vide zia Annia che filava, distante dagli altri, grave e assente come una parca: nessuno badava a lui. Lo tenevano dentro di loro, e quindi lo credevano al sicuro; ed egli tornò al portone, lo chiuse piano piano dal di fuori e se ne andò anche lui nella notte luminosa.
Il lume della luna era così chiaro che le cose si delineavano più nettamente che alla luce del sole, più compatte, con solo un contrasto fra il bianco e il nero ove non si sapeva quale dei due vincesse.
Anche dentro di sè Bellia sentiva questo contrasto: ombra e luce, dolore e gioia.
Lo stesso pensiero del suo male e quello di essere destinato a morire presto accrescevano questo suo senso di felicità dolorosa. Perchè vivere a lungo? Per soffrire di più? Era già annoiato di tutto: ma per-