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Prima di uscire andò a lavarsi i piedi nel catino di pietra accanto al pozzo, perchè voleva tuffarli già mondi nel lavacro religioso del fiume; poi salutò tutti come per un lungo viaggio e si avvolse la testa nel fazzoletto nero che si tirò sugli occhi.
Bellia uscì sul portone per spiarla, e vide ch’ella camminava rasente al muro dove c’era l’ombra e non si mischiava ai gruppi delle altre donne che andavano al fiume. Un desiderio di andare anche lui coi fanciulli che correvano scalzi e le ragazze che ridevano d’amore lo prese alla gola, lo fece singhiozzare. Perchè non andava? Se andava, se immergeva la mano nell’acqua del fiume forse guariva. Chi gli proibiva di andare? Il lutto? Il male? La volontà del padre e quella della madre? Egli confondeva tutte queste cose in una sola, con rancore profondo. Ed ebbe voglia di ribellarsi, di uscire dalla prigione della sua casa e della sua tristezza, di fuggire, fuggire.