Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 131 — |
predetto la madre. Il vento di ponente rinfrescava l’aria cacciando via verso il mare l’afa e i vapori ardenti; e da questi sorgeva la luna, dapprima gonfia e rossa come avesse corso attraverso un deserto infuocato, poi sempre più piccola e chiara, di un pallore di ghiaccio che si diffuse sulla terra febbricitante.
E la terra si assopì in un sogno che risentiva ancora della febbre del giorno; e ogni cosa ogni pietra ogni tegola del paese ogni canna e ogni foglia dei prati prese una forma diversa o cominciò a luccicare o a farsi nera, e a odorare.
La madre entrò nella camera di Bellia e aprì la finestra: egli rivide il cielo azzurro sopra la linea della tettoia nuova, sentì lo scalpitare di un cavallo nella stalla e l’odore del fieno e dell’asfodelo: anche l’incubo si sollevò da lui e andò a volar fuori coi pipistrelli del cortile.
— Alzati, — disse la madre. — Adesso torna tuo padre e sai come gli dispiace vederti così. Perchè vuoi farti ammalato quando non lo sei?