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chiudeva forte ed esse si aprirono acute e minacciose; la molla nuova flessibile come un bruco funzionava benissimo.
— Non sono venuto prima — disse — perchè m’è accaduto un sacco di accidenti; l’avrete saputo.
Il vecchio l’aveva saputo, ma non gliene importava niente: cadesse il mondo il suo pensiero non poteva essere distolto dal suo punto fisso.
— Fate anche da calzolaio, a quanto vedo — osservò Zebedeo.
— Arrangiarsi bisogna; Dio ci ha dato le mani per far di tutto.
— Anche per rubare.
Il vecchio rispose come l’eco alla voce del cuculo.
— Anche per rubare.
E ficcava forte la lesina nel cuoio.
Zebedeo lo guardava pensando a Lia che pur essa lavorava di notte e sperava vendetta dalla forza del suo odio.
— Zio Michele, se permettete mi metto a sedere qui sul ceppo ove ferrate i cavalli; è una sedia che non tentenna. Ah,