Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 108 — |
voleva bene, e come possono dunque valermi quelli di chi mi odia? — ella disse: poi accennò con gli occhi a Salvatore. — — La mia eredità è una sola, e quella nessun ladro me la potrà togliere.
Zebedeo sentiva voglia di sbuffare, di pestare i piedi. Ma perchè dunque non se n’andava? Cosa era venuto a fare? Cosa era venuto a fare? Sì, d’un tratto ricordò: era venuto a offrire denaro alla donna per aiutarla a vivere; ma era venuto anche spinto dal bisogno di un aiuto che gli facesse sormontare la sua pena segreta.
E l’aiuto era quello: di soffrire, per placare la donna e sopratutto la sua propria coscienza.
Allora andò incontro al rancore di Lia stuzzicandola ma a viso coperto come quando andava per raccogliere le api nell’alveare.
— A me, tuo marito mi sembra guidato da buone intenzioni. Parlo nel tuo interesse, Lia, e nell’interesse del ragazzo.
E lui scrive chiaro; (riprese la lettera e lesse): «Ad ogni modo anche se avessi