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— Il mio Salvatore non va mai fuori, la sera — disse seria la madre alzandosi per accostare una sedia a Zebedeo. — Siedi.

— Non va fuori per obbedirti; ma i ragazzi devono sempre disobbedire.

— Tu dicevi così al tuo Bellia?

— Non lo dicevo ma lo pensavo. I ragazzi che obbediscono non sono veri ragazzi sani. Sai che cosa sono, Salvatore?

Il ragazzo lo guardava con gli occhi luminosi, tanto che Zebedeo non sapeva distinguere se in quello sguardo vi fosse più ostilità o benevolenza, beffa o malizia; ma fu contento nel veder ridere Salvatore quando egli disse:

— Sono ragazze.

Lia credette che l’uomo volesse parlare da solo a solo con lei, e per questo consigliasse il ragazzo ad uscire.

— Va a dormire, Salvatore.

Allora fu Zebedeo a pregarla di lasciarlo e il ragazzo abbassò gli occhi sul libro, ma per quanto leggesse non voltava mai la pagina. Anche Lia cuciva: e Zebedeo