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il catilinario | 39 |
dagione1, perocch’io non ho coscienza che ciò sia niuna colpa: e, avvegnachè tu sappi che la mia coscienza è vera, io ti giuro per Medius Fidius (a)2 ch’io, provocato per ingiurie e per villanie di parole o di fatti, in ciò che del frutto che si convenia alla mia fatica e bontà era privato, e non avea stato di dignità, presi a volere ajutare lo comune bene de’ miseri, secondo ch’è mio usato. Non perchè li debiti ch’eran fatti a mio nome io di mie possessioni non potessi ben pagare, conciossiacosachè la larghezza d’Aurelia Orestilla sia tanta, che eziandio paghi li debiti degli stranieri del molto avere suo e della sua figliuola; ma massimi perch’io vedea gli uomini non degni posti in grande onore, e me per falsa sospesone vedea dall’onore alienato e cacciato: per questa cagione ho io prese e seguite speranze assai oneste per me di conservare ogni altra dignità. Volendoti scrivere più altre cose, mi fu detto che sforzo de’ Romani s’apparecchia contra di me3: onde, io ti raccomando Orestilla, e lasciola alla tua fede, che tu la difenda da ogni ingiuria; e di ciò ti priego per l’amore che porti a’ tuoi figliuoli. Dio ti faccia sano e salvo.
CAPITOLO XXVI.
Come Catilina fu giudicato per nimico; e come molta gente era in Soma che sentia per lui4.
Poi Catilina andò nel contado di Rieti, e dimorovvi alquanti giorni appo G. Flaminio, tanto che molti di quella contrada, li quali erano suti prima sollicitati da lui, fece essere apparecchiati ad arme e a battaglia; e poi con onori e segni di signoria e d’imperio andò all’oste di Manlio. Quando questo fu saputo in Roma, lo senato giudicò Catilina e Manlio siccome nimici del comune; e di tutta l’altra lor moltitudine ordinarono5 che a uno certo dì si potesse partire e lasciar l’arme senza niuno perico-
- ↑ ammendagione non si trova nel Vocabolario della Crusca, ed è lo stesso che emendazione; ma oggi meglio va detto ammenda.
- ↑ (cioè per uno Iddio).— Non ben traduce qui frate Bartolommeo: nè ben si dichiara. Era questo medius fidius, disse il Vossio, una formula di giuramento per Ercole figliuolo di Giove; ed eccone l’etimologia. Me sta in luogo di ma, che in greco ha forza di giuramento; Dius in luogo del genitivo greco Dios, cioè Jovis; e fidius in luogo di filius, mutata la l in d, come talora solevan fare gli antichi. Comunemente s’interpreta: Me Deus Fidius adjuvet. Deus Fidius, ciò è, dicono altri, Deus Fidei, imperciocchè era Ercole dio della Fedeltà. (G. B. B.)
- ↑ mi fu detto che sforzo de’ Romani s’ apparecchia contra di me) Sforzo qui sta per ogni sorta di preparamento militare.
- ↑ che sentia per lui) Sentire per alcuno o con alcuno, che dicesi anche tenere da o con alcuno, vale seguire la credenza, la parte di alcuno; ed è bel modo di nostra lingua.
- ↑ ordinarono, cioè stabilirono.
degli altri verbi, come, per modo d’esempio, andare chiedendo, andare leggendo, andare cantando, vale fare quelle tali operazioni, come chiedere, leggere, cantare; ed esprime non un solo atto, ma il continuare a fare un’azione, ed aggiunge precisione ed evidenza al dettato. Così il Boccaccio nella Nov. 66 disse: Domandollo quello che egli andasse facendo: dove, se, in luogo di andasse facendo, avesse egli detto facesse, ognun vede quanto di grazia ed evidenza sarebbe così venuto a perder questo concetto. Così ancora il Firenzuola: La miserella con amare lagrime tutto ’l seguente giorno si andò consumando.