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38 il catilinario

la iniquità del giudice, che voi lo rendiate; e che voi non ci arrechiate a tal necessità, che ci convenga pensare in che modo noi, forte vendicando lo sangue nostro, dobbiamo perire.

A queste cose Q. Marzio rispose: che, s’egli voleano niuna cosa domandare dal senato, lasciassono l’arme, e umilmente andassono a Roma: chè la misericordia e la mansuetudine del senato e del popolo romano è sempre suta tanta, che giammai niuno ha domandato da loro ajuto indarno, e che ricevuto non l’abbia.


CAPITOLO XXV.


Come Catilina mandò diverse lettere a Roma.


Catilina, essendo in sua via1, mandò lettere a molti de’ consolari (a)2, anche a ciascuno ottimo Romano, nelle quali si contenea: com’egli era accagionato a torto e falsamente3; e, però ch’egli non potea contrastare alla setta e all’opere che faceano contra lui malvagiamente quegli suoi nemici, volea dar luogo alla ventura, e andare come per isbandito a Marsilia4,non perchè egli di tanto male, quanto gli era imposto, si sentisse colpevole5, ma acciocchè la repubblica stesse in pace, e che per sua cagione non si levasse rumore in Roma. Altre lettere molta diverse e svariate da queste recò e lesse in senato Q. Catulo, le quali dicea che Catilina gli avea mandate, ed erano quasi per tirarlo a sua benivolenzia; e loro esemplo è questo6: L. Catilina a G. Catulo salute. La tua gran fede, bene co^ nosciuta e graziosa7 a me, sì dà sicurtà ne’ miei grandi pericoli del raccomandamento ch’io ti faccio; e per questo medesimo ti fo assapere che del nuovo mio consiglio della congiurazione io non vado cheggendo nè voglio ninna scusa8, nè non intendo nè propongo satisfazione nè ammen-

  1. essendo in sua via) Via, oltre agli altri suoi significati, i quali si ha a vedere nel vocabolario, ha pure quello di viaggio, cammino, come è da intendere in questo luogo.
  2. (cioè ch’erano suti consoli).
  3. com’egli era accagionato a torto) Accagionare val quanto imputare, incolpare, o tacciare e tassare.
  4. volea dar luogo alla ventura, e andarne come per isbandito a Marsilia) Dar luogo è qui adoperato in sentimento di cedere; e sbandito non vuol dir altro che sbandeggiato, mandato in bando, in esilio, esiliato.
  5. di tanto male quanto gli era imposto ec.) Imporre qui sta per apporre, addossare, cioè attribuire a torto colpa o delitto; ma non vogliamo tacere che in questo sentimento è voce antica, ed oggi si ha a dire apporre, addossare.
  6. e loro esemplo è questo) Guardisi primamente come qui frate Bartolommeo tace l’articolo il avanti a loro, il che si fa per proprietà di nostra lingua. Appresso facciamo osservare che esemplo, o esempio, è qui adoperato alla latina, per esemplare, forma, e che oggi si vorrebbe saper ben usare in questo sentimento.
  7. la tua gran fede, bene conosciuta e graziosa a me) Grazioso, oltre la sua propria significazione di avvenente, amabile, che ha grazia e avvenentezza, vale pure grato, gradito, accetto, come è da intendere in questo luogo. Leggesi nel Tesoro di Brunetto Latini: Abel fu uomo di buona vita, e fu grazioso a Dio e al mondo, cioè gradito, caro, accetto a Dio ec.
  8. io non vado cheggendo nè voglio niuna scusa) Farem prima qui osservare che cheggendo è gerundio del verbo cheggere, che anche si disse cherere, il quale vien dal latino quaerere, cioè chiedere, domandare, ed è voce oggi rimasta solo alla poesia. In secondo luogo vogliamo che i giovani pongano ben mente a questa bella proprietà del verbo andare, il quale, aggiunto a’ gerundii presenti