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34 | il catilinario |
siccome suole addivenire in cotali cose, veniano novelle di segni e di grandi meraviglie apparite1: le quali significavano gran male. Altri siccome adunamento si facea annunziavano; altri come armi si portava, e che da’ servi de Romani si moveva guerra in Puglia e a Capova2. Allora per ordinamento del senato fu mandato Q. Marzio Re a Fiesole e per quelle contrade, e Q. Metello Gretico nella Puglia. Li imperadori (a)3erano allora a Roma; ma non andarono là, perocch’egli stavano impediti. Acciocchè la malizia d’alcuni grandi, li quali tutte cose oneste e disoneste soleano rivendere, non potesse avere vittoria nè potenzia del comune, furono eziandio mandati pretori (b)4 Q. Pompeo Rufo a Capova, Q. Metello Celere nella Marca di Ancona; e fu lor conceduto ch’apparecchiassono oste quanto era mestieri secondo il tempo e secondo il pericolo. Altri ordinamenti fece eziandio il senato, cioè che, se alcuno manifestasse niuna cosa della congiurazione che contra il comune si facea, s’egli era servo, dovesse essere francato5, e dovesse avere dal comune cento sesterzi; s’egli era libero, che, perch’egli vi fosse colpevole, non ne dovesse esser punito, anzi dovesse avere dal comune dugento sesterzi6. (c)7. Anche ordinarono che di certi Romani molto usati e dotti d’arme8 li quali si chiamavano famiglie gladiatorie, fossono mandati a Capova e nelle castella che bisognava9; e che, secondo la condizione di ciascuno Romano, si dovesse avere studio e far che per tutta la città vegghiassono guardie, e fossono alcuni minori officiali sopra loro10.
CAPITOLO XXII.
Della paura ch'era in Roma.
Per queste cose la città fu molto commossa, e sua bellezza mutata, e dalla somma delettazione e letizia, delle quali era suta cagione la lor continua pace11, subitamente venne in grande tristizia e dolore. Comin-
- ↑ veniano novelle di segni e di grandi meraviglie apparite) Segno, oltre alle altre sue significazioni, fu usato anche per miracolo, portento, cosa soprannaturale, come è da intendere in questo luogo; ma non vogliamo lasciar, di avvertire che in questo senso non è oggi molto da usare.
- ↑ Qui abbiam creduto essere da seguitare la punteggiatura de’ testi latini della miglior lezione, e alcun che si è trasposto.
- ↑ (cioè li consoli).
- ↑ (cioè per signori e giudicatori)
- ↑ francato, cioè fatto franco, ovver libero.
- ↑ Il volgarizzamento ha dugento milia. Noi con l’autorità del testo lat. abbiam posto dugento.
- ↑ (E dessi qui intendere che in quel tempo si chiamava sesterzo alcun certo numero di moneta, siccome oggi dodici danari si chiamano soldo).
- ↑ molto usati e dotti d’arme) Usato qui sta per pratico, avvezzo, ed elegantemente si adopera in questo senso con le particelle di ed a, dicendosi usato di una cosa, e a una cosa. Il Boccaccio disse: Posta giù la femminil morbidezza, ed a’ cavalli ed all’arme usatasi ec.
- ↑ che bisognava, cioè dove bisognava.
- ↑ e fossono alcumi minori officiali sopra loro) Esser sopra è propriamente il latino praeesse, cioè soprantendere.
- ↑ delle quali era suta cagione la lor continua pace) Vogliamo qui far avvertire una proprietà di linguaggio; ed è quel loro riferito a città. Dappoichè città qui sta in luogo di cittadini e, come nome collettivo, s’è unito col