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dava meretrici, od alcuni comperava cani e cavalli; nè guardava spesa1 ni temperamento, purch’egli se gli potesse fare obbligati, soggelti e fedeli. Ben so io (a)2 che alcuni si pensarono e credettono che quegli giovani, che usavano la casa di Catilina, non fossono bene onesti di loro medesima persona3, cadendo in peccato con Galilina; ma questa fama più era nata per altre cose, che non era saputa per vero:chè Catilina fu lussurioso uomo, e da sua prima gioventù avea fatti di questa materia molti peccati smisurati; e fra li altri con una gentil vergine monaca4 consagrata ad una dea, ch’avea nome Vesta; e molte cotali cose contra a Dio e contra ogni ragione commesso. Alla per fine s’innamorò d’una, ch’avea nome Aurelia Orestilla, la quale, eccetto la sua bellezza, non fu unque5 di niuna cosa da alcuno buono uomo lodata. Costei dubitando di prenderlo per marito, per paura d’uno figliuolo di Catilina, il quale era già grandicello, credesi per certo che Catilina uccidesse il figliuolo, e diretasse6 la sua casa medesima col suo maladetto matrimonio. La qual cosa mi pare che fosse primamente cagione d’avacciare il suo malvagio intendimento: perocchè il suo animo, non puro, e dispiacevole e contrario a Dio e agli uomini, non si potea mitigare nè umiliare dormendo nè vegghiando: tanto era la sua coscienzia rea, la quale consumava la sua desiderosa mente. Onde il colore avea pallido, gli occhi brutti, l’andare or tosto or tardi: e certamente nella vista di sua faccia e negli atti del volto si mostrava stoltia7 .


CAPITOLO XII.


Come Catilina adusava8 li suoi a male; e della gente la quale aggiunse al suo intendimento.


Ma li giovani, li quali Catilina aveva attratti 9,secondo che detto ave-

  1. nè guardava spesa) Non guardare spesa o a spesa, che si usa in amendue i modi, vale non usar parsimonia nello spendere. Il Cecchi l’usò colla preposizione a, dicendo, Sliav.1: Non ha questa volta guardato a spesa, perchè le cose sieno fiorite e sopra mano.
  2. (dice Sallustio).
  3. Qui le stampe precedenti leggeano: non fossono bene onesti di loro medesima onta. Al Betti parve, com’è, senza significato il costrutto; e propone si legga: non fossono bene onesti, di loro medesima onta cadendo in peccato con Catilina. Il testo lat. ha: juventutem, quae domum Calilinae frequentabat, parum honeste pudicitiam habuisse. A noi pare che l’emendazione del valentissimo Betti non aggiusti di molto il discorso; onde con più libertà ci siamo assicurati di mutare onta in persona; e vorremmo non esser caduti in fallo.
  4. monaca consagrata ad una dea) Perche gli schifiltosi non torcano il grifo leggendo questo monaca detto di una vestale, vogliamo qui dire a’ giovani che i padri della nostra lingua, o per la rozzezza de’ tempi, o per farsi intender da tutti, seguendo in certo modo la somiglianza che era tra le cose della loro età e le antiche, davano a queste nomi, se non ben convenienti, bene intesi da tntti; ma in questo non si vuol punto imitarli, che sarebbe ora ridicola affettazione.
  5. unque, che dicesi pure unqua, sono voci antiche, e valgono lo stesso che mai; ma non sono oggi da adoperare in prosa, ma solo in poesia.
  6. diretasse la sua casa) Diretare trovasi registrato solo in sentimento di privare altrui di eredità, ma qui chiaramente si vede che è usato in sentimento di privare di eredi la famiglia; e però dovrebbe essere ancora così registrato,e con questo esempio.
  7. stoltia è voce antica, ed è lo stesso che stoltezza.
  8. adusare, che diceasi pure ausare, e lo stes so che avvezzare, assuefare.
  9. attrarre vale propriamente attirare, tirare a sè; ma in questo luogo e per similitudine