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e sollicitamente1 ad avvacciare2 ed apparecchiare quel ch’era mestieri; e a confortare l’uno l’altro; e ad andare contra a’ lor nemici; e a difendere per potenzia d’arme la lor libertà e la loro cittade3 e li lor suggetti4. E, poi ch’eglino per lor virtude li pericoli aveano sbrigati5 e mandati via, davano ajutorio a’ lor compagnie amici; e tuttora più in dare che in ricevere si brigavano d’acquistare amistà. Aveano eziandio signoria secondo statuti bene ordinati; e il lor signore si chiamava ed era detto in quel tempo Re. Ed erano certi consiglieri del comune scelti a ciò, uomini del corpo deboli e men possenti6 per molto tempo7 ch’aveano, ma dell’animo potenti e pieni di sapienzia; e questi chiamavano Padri, o per lo tempo8, ovvero per tal somiglianza, che egli avevano cura de’ fatti del comune, siccome padre di suo figliuolo.


CAPITOLO IV.


Come s’ordinò che in Roma fossono due signori.


Dappoi che la signoria reale, la quale era suta trovata e ordinata per cagione di conservare e d’accrescere il comune, ella fu mutata9 in superbia e in oltraggiosa signoria de’ re, allora li Romani mutarono modo; e ordinarono che la signoria non bastasse più d’un anno10, e che fossono due signori insieme. Questo feciono, pensando che in questo modo non potesse così insuperbire e immalvagire il loro animo, avendo men tempo e men libertà di mal fare. E in quel tempo cominciò ciascuno Romano a trarsi innanzi, e sempre più diventare pronto e ingegnoso a bene; chè al tempo de’ re non era suto così11: perocché ai re sono più sospetti gli uo-

  1. sollicitamente è voce antica da non usare; e si vuol dire in iscambio sollecitamente.
  2. avacciare è voce pur essa antica, e vale affrettare, sollecitare, ovvero nel neut. pass, affrettarsi, sollecitarsi.
  3. e la loro cittade) Cittade oggi è da usar con risguardo in prosa; ma ben si adopera in poesia. E così si vuole far di tutti gli altri nomi uscenti oggi in a accentata, o in u, come pietade, virtude, o pietate, virtute, ec.
  4. Il testo lat. ha: libertatem, patriam, parentesque armis tegere.
  5. i pericoli aveano sbrigati) Sbrigare, che è verbo ancora del nostro dialetto, vale dar fine con prestezza e speditamente ad operazione che s’abbia fra mano; e si usa cosi nell’att. come nel neut. pass.
  6. men possenti) Men possente, o menpossente, o menopossente, dissero gli autichi per impotente, o che può meno.
  7. per molto tempo ch’aveano) Tempo, oltre alle altre sue significazioni, vale età, e così è usato in questo luogo. Così leggiamo nel Bocc. Nov. 43: Avea più figliuoli, de’quali tre n’erano femmine, ed erano di tempo maggiori che gli altri.
  8. tempo significa pure talvolta età avanzata e tendente alla vecchiezza .Onde M. Villani, 10, 70, disse: La quale era di tempo, e vedova di due mariti.
  9. ella fu mutata ec.) Questo ella sta qui per ripieno, e potrebbe non istarci; ma non per tanto giova alla chiarezza: chè, avendo posto un inciso tra il suggetto ed il verbo, e questo inciso essendo un po’ lungo, è partito al buon frate bene di richiamare con quell’ella il suggetto. Avvertano i giovani che l’egli e l’ella come ripieni si debbono saper bene usare: chè, bene adoperati, e’ danno grazia; e, usati male, svenevolezza.
  10. non bastasse più d’un anno) Bastare, oltre le altre sue significazioni, vale pure, come in questo luogo, durare. Così nel Bocc. Introd. 50, leggesi: Secondo il suo arbitrio,nel tempo che la sua signoria dee bastare ec.
  11. e in quel tempo .... non era suto così) Il testo latino ha qui solamente: sed ea tempestate coepere se quisque extollere, magisque