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8 | il catilinario |
fatte scrivere: prima, perocchè come sono suti li fatti1, così si conviene proseguitare, ed agguagliarli con parole e detti; appresso, perocchè molti quelle malfatte cose, che tu riprenderai, pensano detto per malivoglienza o per invidia: laddove di grande virtù e gloria de’ buoni parlerai, se dirai quelle cose che ciascuno agevolmente creda di poter fare le somigliatinti, udendole, sta per contento; ma, se dirai sopra a quelle, allora reputa cose composte e non vere2. Ora io assai garzone3, al cominciamento, siccome molti altri, fui levato dallo studio, e a’ fatti del comune menato e posto; e quivi molte cose mi furono contra l’animo: perocchè per l’onestà e per gli composti atti, per l’astinenzia e per la virtù, era disordinato ardimento e allargamento di spendere e di donare, e avarizia: queste cose erano in me, e in me potenzia aveano. Le quali cose avvegnachè il mio animo schivasse e spregiasse, siccome non usato e non concordevole con quelle male arti, nientemeno la tenera mia età, corrotta per desiderio d’onore, in quelle era occupata e distenuta4. E conciossiachè io da’ mali costumi d’altrui discordassi e disconsentissi, impertanto quel medesimo desiderio d’onore e di fama, e quella medesima invidia, che conturbava gli altri, conturbava e occupava me. Però, quando l’animo mio di molte miserie e pericoli riposò, e io mi determinai l’altra etade5 avere dilungata da’ fatti del comune, non fu mio intendimento il buon tempo del riposo, che io preso avea, di guastarlo o consumarlo per negligenza o per pigrizia; nè eziandio, intendendo a lavorio di campi, ovvero a cacciagione o uccellagione, passare l’età occupandomi io
- ↑ come sono suti li fatti) Suto è lo stesso che stato, ed è uscita antica del verbo essere.
- ↑ così si conviene proseguitare ed agguagliarli con parole e detti.... reputa cose composte e non vere) Prima di dichiarare questo luogo della versione, vogliamo arrecare il testo latino, perchè i giovani veggano come si ha a fare in traslatare gli autori, e quando ed in che modo si può e deve allargarsi un volgarizzatore: chè questo esempio a noi sembra de’ più maravigliosi. Primum, dice Sallustio, quod factis dieta sunt exaequanda; dehinc quia plerique quae delicta reprehenderis malevolentia et invidia dicta putant; ubi de magna virtute atque gloria honorum memores, quae sibi quisque facilia factu putat, aequo animo accipit; supra ea, velati ficta, pro falsis ducit. Primamente si consideri che il traduttore, per esprimer bene queste parole factis dieta sunt exaequanda, nella versione ne ha aggiunta una di più, che è quel proseguitare, che vai propriamente andar dietro, imitare; e poi ha adoperato la voce agguagliare, che vale far le parole uguali a’ fatti, cioè esprimere i fatti con parole che puntualmente li significhino. Appresso si consideri pure con quanta forza e convenienza di modo e di parole ha tradotto ancora aequo animo accipit per star per contento. È da ammirare e studiare eziandio quest’altro inciso: supra ea, veluti ficta, pro falsis ducit; che è voltato: ma, se dirai sopra a quelle, allora reputa cose composte e non vere; dove quel cose composte e non vere val tant’oro; il costrutto, per altro, è un po’ duro.
- ↑ Ora io assai garzone) Il testo qui ha sed ego adolescentulus, ed alcuno, poco pratico del latino e del toscano, potrebbe apporre ad errore a frate Bartolommeo l’avere tradotto il sed per ora; e noi vogliamo perciò avvertire i giovani che la particella sed in latino, non solo è avversativa, ma serve ancora per continuare o ripigliare il discorso; ed allora, meglio che col ma, è espressa con l’ora toscano. Per non allargarci molto in parole, veggano i giovani il Tursellino ed il Furlanetto, ed il nostro Trattato delle particelle della lingua italiana. Assai garzone ben corrisponde all’adolescentulus latino, diminutivo di adolescens.
- ↑ in quelle era occupata e distenuta) Distenuto, participio di distenere, che vale ritenere, tener con violenza, molto bene è qui adoperato a significare quel tenebatur del testo, il quale dice: imbecilla aetas ambitione convita tenebatur.
- ↑ l’altra etade, cioè la rimanente età. Altro
le maschile, che vale facitore, colui che fa. Si osservi nel Vocabolario le altre significazioni di questa voce.