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xxiv prefazione

natural forma con la quale procede il sillogismo. Ed i membri delle clausole possono essi pure in più modi essere insieme congiunti, ed il giro o andamento de’ periodi può eziandio esser condotto in diverse guise, e, secondo che varia la natura e la forma di una scrittura, debbe altresì variare il legamento delle parti delle clausole e periodi, e variar dee similmente il giro e la movenza che si dà a quelli. Ma io non voglio, e non debbo, più avanti ragionar di queste cose, sì perchè ne ho ragionato altrove, e sì perchè sonomi proposto sol di dare alcuni generali avvertimenti, ed ancora perchè non vorrei che voi aveste a rimproverarmi che troppo abuso della vostra cortesia e pazienza. Onde spacciatamente toccherò solo di un’altra avvertenza, la quale non mi par punto da trasandare, e stimo che non debba tornar disutile ai maestri ancora novizii della loro arte, ed a quelli altresì che senza guida di maestro attendono ad imparare a bene ed ornatamente scrivere. E questa è come una medicina che ha virtù di guarire di certe infermità coloro i quali cominciano ad esercitarsi in comporre; e, non altrimenti che si dee far delle medicine, efficacissima e giovevolissima mi è stata mostrata dall’esperienza. Sicchè senza alcun dubbio o timore strettamente la raccomando: chè si vuole esser certo che, quando i giovani son proceduti alcun poco innanzi nella pratica del dettare, ma giunti non sono alla mela, sogliono dare in certi vizii, che quasi mai essi cansar non possono. Perocchè, sforzandosi eglino di scrivere con eleganza e leggiadria, cadono facilmente nell’affettazione e nell’ammanierato, i quali difetti altro non sono sè non l’eccesso del rifiorire e dell’ornare; e si trabocca in questo eccesso, quando ci sforziamo di ben fare, e, mancandoci l’arte e la pratica, trasandiamo i giusti termini. Or a guarir questo vizio il più certo e util rimedio è l’intralasciar la lettura de’ forbiti ed elaborati scrittori del cinquecento, e ritornare a quella de’ soavi e piani del trecento, e segnatamente ai Fioretti di S. Francesco, ai Fatti di Enea, alle Cronache di Giovanni Villani, ed alle dolcissime Vite de’ Santi Padri, che sono un efficacissimo antidoto a togliere ogni durezza e contorsione al dettato. E, per far che la guarigione sia più certa e spedita, si ha pure a lasciar di volgarizzare Livio, Cicerone, Sallustio, e riprender di nuovo a tradurre Cornelio Nipote, ch’è acconcio a spastojar chicchessia, o i