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186 | frammenti |
farle agli altri patire. Così a voi persa adono dì far pace con quello, a quello di far guerra eoa voi.
Se queste cose a voi piacciono, se tanta pigrizia prese i vostri animi, che, scordati de’delitti di Cinna, al cui ritorno nella città finì al tutto il decoro di questo nostro ordine, volete non per tanto dar voi, le mogli, i figliuoli, in mano di Lepido; che mestieri ci ha di decreti? che de’ soccorsi di Catulo? Egli anzi e tutti gli altri buoni cittadini invano si sforzano di difendere la repubblica. Fate come vi aggrada; procacciatevi il patrocinio di Cetego e degli altri traditori, i quali le rapiue e gl’incendii rinnovar bramano, e notamente armarsi la mano contro gli Dii penali. Ma, se libertà e guerra meglio a voi piacciono, deliberate cose degne del vostro nome, ed accrescete animo ai forti. È già in punto un nuovo esercito, ed accommodate ai nostro intendimento ci ha colonie di vecchi soldati, tutta la nobiltà, ottimi capitani: la fortuna seguita sempre ed ajuta i migliori. Già tulli i prepara men li, che la nostra infingardaggine lasciò che si facessero, si dilegueranno. Per la qual cosa io avviso che, poichè Lepido contro l’autorità di quest’ordine mena in Roma un esercito tutto di scherani e di nemici della repubblica con privato consiglio raccolto, Appio Claudio interrè con Quinto Catulo proconsole,e gli altri che hanno il comando, slieno a guardia della città, e facciano ogni opera perchè la repubblica non abbia a patire alcun danno.
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