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166 | il giugurtino |
conventa1 era suta per niente; ma, se Bocco volesse fare bene a sè e a lui, e se volesse ferma pace, desse opera ch’egli dovessono venire a parlare insieme* della pace, e quiti li tradisse Siila2. E quando egli avesse cotale uomo in sua podestà, allora diverrebbe che per comandamento del senato e dei popolo si farebbe pace e patti, perchè non vorrebbono cho uomo, il quale non per sua viltà, ma per la repubblica fosse in podestà de’nimici, dovesse essere abbandonato. Queste cose il Mauro con seco molto rivolgendo, alla perfine promise veramente: se per fraude o per vero dubitando mutato, non avemo trovala la verità: ma spesse fiate le volontà degli re, siccome sono fortissimi, così mobilissimi, spessamente sono a sè medesime contrarie.
CAPITOLO XC.
Come Bocco fece venire Giugurta, e tradillo a Siila.
Poi, ordinato il tempo e’I luogo a venire a trattare la pace, Bocco ora Siila, ora l’ambasciadore di Giugurta chiamava e benignamente trattava, e una medesima cosa ali’ uno e all’altro promettea: quelli egualmente erano in buona speranza. Ma la notte, la quale fu prossima innanzi al di ordinalo del trattare, il Mauro,avendo chiamati a sè suoi amici, e, incontanente mutata volontà, rimossi tutti altri3, dicesi che seco medes;mo molte cose ripensava,di volto, di colore, di movimento del corpo4, é sh migliantemente d’animo isvariato: le quali cose, così, tacendo, egli occultate, per mutamento di sua faccia assai dimostrò. Ma alla perfine fece chiamare Siila, e, secondo che lui parve5, ordinò il tradimento6 al Numida. Poiché fu fatto dì, e fugli detto come Giugurta era pfesso; egli con alquanti suoi amici e col nostro questore, quasi per onorarlo, gli andò incontro ad uno cotale monlicello, il quale leggermente si vedea dagli aguali che posti erano. AI quale luogo il Numida con assai de’ suoi grandi amici, senza arme, come ordinato era, venne; e incontanente, a certo segno dato, da ogni parte insieme dagli aguati fu assalito. Tutti quelli, che erano con lui, furono morti; e Giugurta fu dato legato a Siila, e da lui menato a Mario.
- ↑ la pace conventa) La slampa leggea: la pace con verità ec.; pacem conventam ha il latino. L’osservò il Puoti, e non s’ardì di mutare; il Beiti rifermò del suo parere la correzione: però l’abbiamo, senza più esitazione, sostituita uel testo.
- ↑ li tradisse Siila) Vedi alla pag. 97, n. 5.
- ↑ rimossi tutti altri) E rimossi ec. leggeasi nella stampa. Col consiglio del Belli e con l’autorità del lesto Ialino, si è lolla IV, modificando alquanto la punteggiatura delle passate stampe.
- ↑ di colore, di movimento del corpo ) Confortati dal testo Ialino e dal consiglio del Betti, abbiamo così corretto la stampa che leggea: di colore del corpo, di movimento, ee.Kcco il t-slo latinowultu, colore, ac motu corporis pariter atque animo varius.
- ↑ secondo che lui parve, cioè secondo che a lui parve; perocché anticamente solevasi tacere il segnacaso avanti a lui e a loro; ed oggi solo avanti a loro si può così fare.
- ↑ ordinò il tradimento, cioè dispose ec.