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il giugurtino | 165 |
CAPITOLO LXXXVIII.
Risposta di Siila; e ragionamento fra lui e Rocco.
A queste cose Siila per sè brievemente e poco, ma per li fatti comuni disse molto. E alla perfine fece conto al re: come quello, eh* egli pròmettea, lo senato e ’1 popolo di Roma non avrebbono molto per grazia, perocch’egli aveano1 più di lui potuto o fatto per arme; ma facesse alcuna cosa t la quale si mostrasse che fosse per loro servigio più che per lo suo medesimo. E questo era assai pronto a fare, perocché avea copia di Giugurta: il quale s’egli il desse a’Romani, diverrebbe che gli sarebbono molto debitori di grande amistà; e che legamenti2, e patti, e quella parte di Numidia, la quale egli vi addomandasse, per loro propria volontà gli verrebbe a signoria. Lo re prima li cominciò a negare, e allegare Io parentado: e dicea com’egli insieme aveano fatto patti e giuramenti d’amistà; anche com’egli temea non per mutevole fede egli dipartisse da sè l’animo de’ popolari suoi, alli quali e Giugurta caro, e li Romani erano molto odiosi. Alla perfine molto allassato si rammollò3, e venne a ciò; e a volontà di Siila promise di fare tutto: e ordinarono insieme quelle cose che parvono utili, per mostrare che volessono pace, della quale il Numida, stancato della guerra, era mollo disideroso. E così avendo ordinala la fraude, si dipartirono.
CAPITOLO LXXXIX.
Come Bocco mandò Aspar a Giugurta; e come Aspar ritornò a lui.
Lo re Bocco l’altro dì chiamò Aspar ambasciadore di Giugurta, e dissegli: come Dabar gli avea fatto assapere da parte di Siila che la guerra per buone condizioni si potea componere e pacificare4; per la qual cosa egli dovesse cercare la sentenzia e’1 volere del re. Allora egli allegro tostamente se n’andò all’oste dov’era Giugurta. E, intesa la risposta, e ammaestrato da lui, l’ottavo dì ritornò a Bocco, e disse: come Giugurta avea volontà di fare tutte cose che comandate li fossono, ma non si fidava di Mario, chè spesse fiate innanzi cogli imperadori di Roma la pace
- ↑ A conseguir chiarezza, e ajutati dal testo latino, abbiamo posto ai cono in cambio di avea, che era nella impressione fiorentina.
- ↑ legamento ) è adoperato per confederazione, lega; ma in questo sentimento è voce antica non registrata, nè vorremmo si registrasse.
- ↑ molto o/tassa/o si rammollò) Primamente si noti qiteli* allassato adj. dal verboallassare, che è lo stesso che stracco, lasso, ma è voce antica da non usare; poi il verbo rammollarc, il qual propriamente significa far molle, ma qui è usato metaforicamente per piegare, indurre a far checchessia.
- ↑ si potea comporr ere e pacificare) Componere è voce antica, che oggi si dice comporrei ed è qui adoperata in sentimento di pacificare, riconciliare, mettere accordo; ed elegantemente si adopera in questo senso.