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mente con Bocco; ed era stato mandato da Giugurta, poichè avea udito che Silla era chiamato: onde egli era ito per ambasceria, e maliziosamente, per ispiare lo consiglio e lo intendimento di Bocco.

CAPITOLO LXXXV.

L’ambasciata che mandò Bocco a Silla.

Bocco mandò a Silla uno che avea nome Dabar, figliuolo di Masugrada, della gente di Massinissa, ma da parte di madre non era sì grande, perocchè la sua madre era bastarda nata d’una amica1. Egli era al Mauro2 per le sue molte bontà caro e accetto: il quale Bocco avea provato per molti temporali innanzi com’egli era fedele a’ Romani. Per costui li mandò dicendo: com’egli era apparecchiato di fare tutto ciò cbe ’l popolo di Roma volesse; che ’l dì, e ’l luogo, e ’l tempo di parlare insieme egli dovesse eleggere; che dalla sua parte era stabilito perfettamente di tutto; e non temesse l’ambasciadore di Giugurta, lo quale egli dicea ch’avea chiamato, acciocchè ’l fatto più comunemente e più liberamente trattare si potesse, chè dalle sue malizie altrimenti non si sarebbe potuto guardare. Ma io3 trovo veramente che Bocco più per fede affricana4, che per quello ch’egli dicea, insieme e li Romani e ’l Numida5 tenea per isperanza di pace6, e che egli era usato di molto volgere nel suo animo, se Giugurta a’ Romani, ovvero Silla a lui dovesse tradire: e, quanto la sua voglia, era contro di noi; ma la paura per noi il movea7.

CAPITOLO LXXXVI.

Risposta di Silla; e come Bocco mandò per lui di notte.

Silla mandò a dire: com’egli direbbe poche parole dinanzi da Aspar; l’altre direbbe segretamente, o niuno o pochissimi essendo presenti; e ammaestrollo come dovesse rispondere. Onde poi, così com’egli volle8, furono insieme. Silla disse: com’egli era mandato dal consolo per domandare e sapere da lui s’egli avea intendimento di volere pace, ovvero guerra. Allora il re, siccome era ordinato, disse: ch’egli vi ritornasse il decimo giorno; chè allora egli non avea niente diterminato, ma in quel di

  1. era bastarda nata d’una amica) Nel testo latino leggesi ceterum materno genere impar, nam pater ejus ex concubina ortus erat. Toscanamente amica vale talvolta concubina; e così devesi intendere in questo luogo.
  2. (cioè a Bocco).
  3. (dice Sallustio).
  4. (cioè mutevole e piccola).
  5. (cioè Giugurta).
  6. tenea per isperanza di pace) Qui tenere sta per trattenere, tenere a bada; e potrebbe questo esempio aggiungersi al Vocabolario,dove non ce ne ha che un solo dell’Ariosto.
  7. la paura per noi il movea, cioè in nostro favore.
  8. Il volgarizzamento a stampa ha vollono. Abbiam mutato con l’autorità del testo latino, che dice sicuti voluerat.