scritture alcuna delle macule di quella rea stagione, ed ancora nel suo Quaresimale, il quale è da tener finissimo lavoro, ed il solo di questa specie, di cui a ragione si possa pregiar l’Italia. L’Arte della perfezion cristiana del Pallavicino, scrittura molto lodata e molto eccellente, pare a me che pur si debba dare a studiare a’ giovani, e la Storia altresì del Concilio di Trento, e propriamente quella stampata sotto il nome del suo segretario; e credo eziandio che non si debba trascurare di avvertire chi si fa a legger l’una e l’altra opera, che il loro autore, quantunque sia de’ più eleganti del decimosettimo secolo, pure, meno del Segneri, è immune de’ difetti del suo tempo, e che il suo dettato non assai di rado riesce alcun poco intrigato ed oscuro. Dalle innumerevoli e maravigliose opere del Bartoli, leggiadrissimo, anzi stupendo scrittore, io stimo che si abbiano a trasceglier le Istorie, e le Storie segnatamente delle missioni dell’Asia, nelle quali quella parte, dove si tocca delle cose del Mogor, è veramente un miracolo di evidenza, di forza e d’inimitabile vaghezza di stile. Ma vorrei che gli accorti maestri, ancora in questo prezioso tesoro di splendidissime gemme, non tralasciassero di farne ben ravvisare alcuna o falsa, o non del medesimo pregio delle altre, o cacciata in quel luogo con troppo studio. Perocchè quest’uomo singolare, che per molte parli o va del pari o entra innanzi a tutti gli altri scrittori d’Italia, comechè avesse avuto da natura tal forza d’ingegno da potersi preservare dal mal vezzo della sua stagione, non di meno, tratto dal desiderio di sempre ed a tutti piacere, nelle minori sue opere, più del Segneri e del Pallavicino, secondò il genio del secolo in che visse. E, quantunque nelle Storie e nella Vita di s. Ignazio ei procedesse con più severo giudizio, ciò non ostante non potè sempre cansare che scorger non si potesse che quelle scritture furon composte quando gli acuti concetti, le metafore, e le antitesi, eran l’amore e l’ammirazione di tutti. Sicchè di questo non si dee lasciar di avvertire i giovani che in quelle studiano, e diligentemente lor mostrare siffatti scappucci, ed alcuni luoghi ancora, benchè rari, dove questo egregio dettatore, strascinato quasi mal suo grado dall’abbondanza stessa della sua vena, si condusse a sopraccaricar d’incidenti alcuni suoi periodi, e però in quelli non si può lodar l’agevolezza e la grazia che general-