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il giugurtino 151

Mario, e dissegli quello che fatto atea, e si ’I confortò che da quella parte, onde egli era salito, si brigasi di tentare II prendere del castello : e offerse sè per guida, della via, dicendo che non vi era niente di pericolo. Mario mandò col detto Ligure alquanti di quelli, ch’erano seco presenti, a conoscere e vedere le promesse sue : degli quali, secondo ch’era lo’n-gegno di ciascuno, così il fatto ridissono che fosse malagevole o leggieri. Ma l’animo del consolo fu un poco riconfortalo: onde egli delia gente, ch’er8no trombettatoti e corneltatori1 elesse cinque nfiollo velocissimi e leggieri-; e con costoro ordinò per ajutorio e fortezza quattro centurioni, e comandò che lutti dovessono ubbidire al Ligure, e a questo fatto stabilio il seguente di prossimo. Poiché, secondo il comandamento, era tempo di venire al fatto, avendo il Ligure apparecchiate e ordinate tutle cose, andò là. Ma quegli, ch’erano principali nelle centurie, ammaestrati prima dal lor duca, aveano mutate arme e abito, il capo e li piedi nudi, acciocché’1 guardare e’I salire per gli sassi fosse più agevole: dopo’l dosso aveano le spade e le scuda2; veramente erano numidiche, fatte di cuoja per minore peso, e che percotendo facessono più lieve ro-more. Andando, dunque, innanzi il Ligure, li sassi, e s’alcune invecchiale radici v’appariano, legava ecignea di funi, per le quali, pendendo a modo di lacci, li militi ajulali più leggermente salissono: alcuna fiata li li-morosi per la disusata e sconcia via «jutava a mano; e là, dove il salire era più duro, li mandava ad uno ad uno disarmati, e poi egli con l’arme loro seguia : quelle luogora, le quali pareano dubbiose al montare, egli primamente e con vigore tentava, e ondavo ; e, spesso saglicndo e discendendo, e poi inconlanente dipartendosi, aggiungea agli-altri molto ardire. Così li militi, lungamente e molto affaticati, alla per fine pervennono nel castello, il quale era abbandonato e diserto da quella parte: perocché tutti, siccome gli altri dì. stavano contra loro nimici. Mario, poiché per messaggieri ebbe sapute le cose che il Ligure avea fatte , avvengachò3 tutto dì egli avesse tenuti li Numidi attesi alla hallaglia, ma allora confortati i suoi militi, ed egli uscito fuori de’galli, menando cotali coverte di legname, venne solto il castello ; insieme con ciò da lungi spaventava e combattea i nimici con saettatori e con frombolatori. E li Numidi, spesse fiate innanzi avendo guasti li galli de’ Romani e messovi fuoco, non si difendeano eglino per le mura del castello; ma usefano dinanzi dal muro c dì e notte contro di loro, e maladiceano agli Romani4, e di-ceano contro Mario com’egli era folle e matto, e minacciavano li nostri

  1. eh’ erano trambctlalari e cornetta’ori) Trombettatore è lo stesso che trombettiere, come oggi si direbbe più comunemente. Cornet-tcUore è colui che suona la cornetta, che è uno strumento musicale da fiato.
  2. dopo ’Mosso aveano le spade e le scuda) Li particella dopo qni sta usala in luogo di dietro. Scada è uscita antica del plurale di scudo; ed oggi si dii.e scudi.
  3. awengach’e è lo stesso che quantunque, benché-, ma oggi si dice avvegnaché
  4. maladiceano agli Romani) Maladire qui vale dir male, svillaneggiarci e si costruisce egualmente col terzo c col quarto caso.