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il giugurtino 147

non provveduto venisse più gravemente contro di lui, ovvero s’egli per mutabilità d’animo usasse di mutare pace e guerra, non se n è bene trovato il vero. Ma il consolo, siccom’egli avea in sè di liberato, andò a citta di e castella guarnite: e parte per forza, e altre per paura, ovvero dimostrando e promettendo grandi guiderdoni, le dipartia da’ nimici. E prima facea cose mezzane1, pensando che Giugurta per difendere i suoi li venisse in mano; ma, poich’egli stava da lunga2, ed era atteso ad altri fatti, gli parve che fosse tempo dimettere mano alle maggiori e più malagevoli cose3.

CAPITOLO LXYXII.

Dellp condizioni della città di Capsa.

Era infra le grandi foreste e disabitati luoghi una città grande e potente, ch’uvea nome Capsa, la quale si dicea eh’avea fatta Ercole Libio. Li suoi cittadini appresso Giugurta franchi, e con leggiere signoria, e però fedelissimi, erano: ed erano guarniti contra li nimici non solamente di mura9 e d’arme, e d’uomini,, veramente ancora di malagevolezza di luoghi4. Perocché, se non gli luoghi presso alla città, tutti gli altri di* serti, non lavorati, aridi d’acqua, e molesti di serpenti la cui venetiosilà, siccome diviene de111 altre fiere, è più dura per5 la povertà della vivauda: ancora la natura de9serpenti6, assai mortale e pestilenziosa, per sete, più che altra cosa, s’accende. D’avere quella città era venuto a Mario grandissimo desiderio, e sì per uso e per utilità della guerra, e sì perchè parea cosa dura e molto malagevole a fare. E Metello la città di Tala con grande gloria avea presa, la quale era non meno forte per lo sito e per lo guarnimento: se non che appresso Tala non di lungi dalle mura erano alquante fonti; li Gapsesi solamente una continua acqua7 dentro dalla terra, in tutti altri luoghi usavano acqua piovaua. Questo, quivi e in tutta l’Affrica la qual è di lungi dui mare, con quanta8 minore cura viveano, tanto più leggiermente si sostenea: chè li Numidi li più usavano latte e ferina9 carne; nè sale nè altri provocameli di goladoman

  1. e prima facea cose mezzane) Mezzano, oltre del proprio significato, vai pure mediocre; e rosi deesi qui intendere.
  2. da funga è modo di dire antico, e vai Io stesso che da lungif come si ha a dire oggi.
  3. fosse tempo di mettere mano ec.) Sieltere mano vai cominciare, darsi a fare
  4. veramente ancora ec.) fccco un altro esem pio di veramente usato come particella avver sativa; e qui, come si vede chiaro, sta in luogo di mai non pertanto nel Vovabolario è registrato solo ia sentimento di nulladimeno, con tut to ciò.
  5. Come nel testo latino, il volgarizzatore ha soppr^so il verbo eranoi il che non ci par da imitare.
  6. Abbiam mutato il che del volgarizzamento a stampa in per, consigliati dal testo latino.
  7. jugi a qua ha il testo latino. La voce continuo in sentimento di perenne manca alla Crusca, la quale nota solo acqua perenne conesempio di autor moderno.
  8. 11 quanto e slato da noi aggiunto, a dare ragionevole senso alla clausola.
  9. 11 volgarizzamento a stampa avea e farina; i due nostri codici ferma. Noi con lf autorità