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il giugurtino | 145 |
Dii tutte cose sono preste, vittoria, preda e laude: le quali se in dubbio Tossono, ovvero da lunga, pertanto si conviene che tutt’i buoni uomini la repubblica sovvengano e ajutino. Perocché per pigrizia niun uomo è fatto o diventato immortale di gloria: niuno buono padre alli suoi figliuoli desiderò che vivessono sempre; maggiormente che eglino buona e onesta menassono lor vita. Più parole direi, signori Quiriti, seatimoroso le parole giungessono virtude1: chè agli savii e bonladosi credo avere detto assai.
CAPITOLO LXVI.
Come Mario venne con gente in Affrica, e conira li nimici.
Avendo Mario fatta questa diceria, poiché vide sospesi e acconci a lui gli animi del popolo2, tostamente d’apparecchiato fornimento, soldo, arme e altre utili cose caricò navi; e con queste cose fece andare Aulo Manlio legato. E egli in questo mezzo scrivea li militi3, non a guisa de’ maggiori, cioè che pigliasse di quegli ch’erano ordinati a milizia, e ancora di quegli del naviglio, ma siccom’era la grande voglia di ciascuno; e molti di loro prese eziandio uomini si vili, che rendeano censo al comune per testa4. Quello, diceano alcuni, essere fatto per difetto de’buoni; altri, per ambizione del consolo: perocch’egli sentia che da cotale generazione d’uomini era onorato e fatto gronde, e perchè all’uomo, che domanda potenzia, ciascuno poverissimo è molto utile e necessario: al quale uè le sue cose sono care, le quali son nulla, e ogni cosa con pregio gli par buona e onesta. Onde Mario, con alquanto maggiore numero di gente che ordinato era, andò in Affrica; e in pochi dì fu portato, e pervenne in Utica. E l’oste, che v’era, li fu data da P. Rutilio legato: chè Metello avea fuggito il vedere Mario, acciocché non vedesse quelle cose, le quali, udite, il suo animo non avea potuto sostenere. Ma il consolo con le legioni compiute e con le coorti d’ajutorio5 andò ne’campi de’nimici molto abbondevoli e pieni di preda; e tutto ciò, che prendeano, donava loro. Poi si mise alle castella e alle citladi6, le quali e per loro natura e per gente erano poro forti: facea molle battaglie, e molte altre leggieri cose in altri luo-
- ↑ giungessimo virludc) Giungere, oltre «Ielle altre sue significazioni, vale ancora accrescere, aggiungere, come si ha qui ad intendere.
- ↑ e acconci a lai gli animi ec.) Acconcio vai propriamente accomodalo, assettalo; ma si trova usato, benché di rado, per farorevole; e così è da intendere in questo luogo.
- ↑ scrivea li militi, arrotava soldati.
- ↑ E’pare che in questo luogo il volgarizzatore non abbia dato nel segno. Il testo latino dice:non more majnrum, ncque ex ci assi bus, sed uli cujusque lutiJo eroi, capite censos plcrosque\ ed egli ha preso dassis, non per ordine di cittadini, ma per flotta, armata.
- ↑ con le coortid’ajutorio, cioc con le coorti ausiliari. Il testo lat. ha cohortibus auxilia-riis. Vedi alla pag. Ili la n.2. Qui la stampa leggeva coorti ad ajutorio. Il Betti opina si a-vesse a leggere dell’ajutorio. Noi abbiadi messo d’ajutorio, chè facilmente l’a potè esser dono del copista.
- ↑ poi si mise ùlle castella ec.) Il latino ha dein castella et oppida. . . aggreditur; onde qni si ha ad Intendere poi si mise ad oppugnare, ad assaltar le castella; chè il verbo mettersi, usato con I’ in, o con 1* a, come in questo luogo, vale mettersi a fare quella lui cosa di cui si parla.