donare alla camera1; costringere a milizia cui non vuoli offendere2; in città e fuori tutte cose curare e provvedere; e questo fare infra li contrastanti, maliziosi e traditori. Questo, Quiriti, è cosa dura più che si potesse ben pensare nè credere. Anche gli altri, se offendono, l’antica lor gentilezza• le forti e valenti opere di lor maggiori, li parenti e li amici di grande potenzia, la moltitudine di lor sergenti, tulle queste cose sono loro in difensione e ajuto. Ma a me tutte speranze sono poste in me medesimo, le quali ini bisogna ch’io per forza e per innocenza guarnisca e difenda: chè l’altre mie cose sono di piccolo affare. E conosco io ben questo, o Quiriti, che! favellare d’ogni uomo è rivolto verso di me3: li diritti e li buoni danno favore4, perchè le mie buone opere verso la repubblica procedono innanzi; li nobili vanno cheggendo luogo di potermi assalire e contrariare: per la qual cosa a me è da sforzare e da studiare molto più sollecitamente, acciocché voi non siate ingannati di me5, e eglino manchino di lor desiderio. Così sono io suto dalla mia fauciullezza fin a questa età, che a tutte fatichee pericoli io sia bene adusalo. Equelle cose, chfio facea per propria volontà innanzi li vostri beneficicel19 io, avendo ricevuto si grande guiderdone, le debbia lasciare, non è il mio intendimento, Quiriti. A coloro è malagevole nelle signorie a temperarsi e a ben portarsi, i quali per ambizione e voglia di soprastare s’infinsono d’essere, si sforzarono di parere valorosi e buoni: a me, il quale tutta mia età ho menala in ottime arti, il ben fare giàper usanza ritorna in natura.Voi m’avete comandato che io meni la guerra verso Giugurta: la qual cosa li gentili6 l’hanno molestissimamente portata. Io vi priego che voi pensiate negli animi vostri, se ciò mutare sia il migliore; e che oi alcuno di quello gomitolo7 delli nobili a questo ovvero ad altro simigliente fatto mandiate, uomo d’antico legnaggio, e di molte immagini do’suoi8, e di nulla operazione valorosa: sicché in sì grande fatto egli, non saputo, in
- ↑ e perdonare alla camera) Il latino ha aerano parcere; cioè e risparmiare il danaro della camera, ovvero delP erario. Ci piace di qui avvertire che il verbo perdonare elegantemente si usa per risparmiaref come in questo luogo, ed in questo sentimento si costruisce sempre con la preposizione a; e, quantunque il Vocabolario della Crusca aggiunga ancora che si trova sempre con la negativa (che è il suo comune uso), questo sarebbe un esempio in contrario.
- ↑ cai non vuoli offendere) Vuoli è antica uscita della seconda persona del presente dell’indicativo del verbo volere$ ed oggi si ha a dire puoi
- ↑ II testo latino ha: omnium ora in me conversa esse
- ↑ II volgarizzamento a stampa ponea dando; noi^ abbiam creduto dover correggere con 11 autorità del testo latino*
- ↑ acciocché voi non siate ingannali di me) Ingannarsi di ale uno,o di alcuna cosa, vale ivere falsa opinione, essere in errore e in incanno intorno ad alcuno o ad alcuna cosa; id è bel modo, breve e riciso.
- ↑ li gentili) Gentile qui vale nobile, come è italo innanzi avvertito,
- ↑ alcuno di quello gomitolo) Il latino ha ex filo globo, e globus in latino prendevasi per moltitudine semplicemente, nel qual sentimento iia qui il traduttore adoperato la voce gomitolo. Dal Man uzzi fu aggiunta questa voce al suo Vocabolario in sentimento di una mano di soldati raccolta tumultuariamente insieme in ordinanza circolare per difendersi da ogni parte dai nemici, rifermamlola con quest’esempio del Bembo, Stor. 11. t. i: i suoi fanti, incitati alla vendetta, correndovi il gomitolo degli altri, cacciarono i nemici.
- ↑ e di molte immagini de*suoi, cioè che avea molte immagini dcy suoi antcuati a’ quali, per essere stali chiari e glandi uomini, erano state