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il giugurtino 135

gliiioli e con gran parte di pecunia fuggi la notte della città. Nè poi in niuno luogo più che uno dì ovvero una notte dimorò: infingeasi d’andare e d’avacciare per altri fatti; ma egli temea y-adigione, la quale pensava per l’affretta mento potere ischifare, perocché cotali consigli nel riposo per agio si sogliono potere ordinare. Metello, poiché vide che quegli della città erano attesi alla battaglia, e che la città e per opera e per luogo era guarnita e forte, e’ fece fare profondi fossati e fortezze intorno alle mura. Poi sì comandò negli luoghi, li quali fra gli altri erano massimamente acconci a ciò fare, gatti, e di sopra terrati. e di sopra alla terra fece fare ie torri, l’opera Tacendo diligentemente difendere e fortificare di sergenti. Contra queste cose quegli dentro avacciavano e s’apparecchiavano, e dall’una parte e dall’altra non si lasciava niente che fosse da fare. Alla per fine li Romaui, con molta fatica e battaglie dinanzi affaticati, dopo XL dì che v’erano venuti, ebbono la città: la preda tutta dalli fuggiti fu guasta. Li quali, poiché vidono che si bolcionava il muro1, e’1 fatto loro andava ad afflizione e a dolore2, l’oro e l’argento e altre cose, che principali son dette, portarono alla casa del re: e quivi, di vino e di vivande ripieni, quelle cose, e la casa, e lor medesimi, al fuòco guastarono3: e quelle pene, le quali eglino vinti aveano temute dagli nimici» per loro volontà medesima sosteununo.

CAPITOLO LX.

Come ambasciadori vennono da Lepti; e delle due Sirli.

Insieme con la città di Tala presa vennono ambasciadori da Lepti a Metello, a pregare che vi dovesse mandar gente e ’1 prefetto: chè uno, che avea nome Amilcare, uomo nobile, fabbricatore e operoso di brighe, studiava a novità, incontrai quale nè la signoria degli officiali nè le leggi valeano; e, se egli non avacciasse ciò, ch’era in sommo pericolo la lor salute ed i loro amici. Li Leptitani dal principio della guerra giugurtina aveano mandato a Bestia consolo, e poi a Roma, domandando loro amistà e loro compagnia: le quali cose da poi che l’ebbono impetrate, sempre stettono buoni e fedeli; e tutte cose, clu da Bestia e da Albino e da Metello erano loro state comandate, assai gravi, eglino le aveano compiutamente fatte. Sicché quello, che egli ora gddomandavano dallo imperadore, leggermente impetrarono: e furono mandate là quattro coorti di Liguri (a)4, e G. Annio prefetto. La delta città di Lepti fu fatta dagli Si

  1. poiché vidono che si bolcionava il muro) Bolcione o bolzone era uno strumento antico militare da romper muraglie; onde bolcionare o bolzonare dicevasi il ferir col bolcione.
  2. e il fallo loro andava ec.) 11 verbo andare elegantemente si adopera nel sentimento che ha qui, cioè di tendere9 riuscire.
  3. al fuoco guastarono, cioè distrussero col fuoco.
  4. (cioè di quella parte, la quale si dice oggi