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126 | il giugurtino |
maravigliare del cousigllo che Mario avea preso, e quasi come amico ad ammonirlo: eh’egli non cominciasse si perverso fatto, e non trasportasse l’animo suo sopra sua ventura: chè non è ogni cosa da desiderare a ciascuno1: e a lui quello, eh’avea, dovea piacere, e contentare assai; e alla fine ch’egli guardasse di nou domandare al popolo di lioma quello che glj sarebbe ragionevolmente negato.
CAPITOLO L.
Come Metello contrariava la volontà di Mario; e Mario parlava contra di Ini.
Poiché Metello disse queste parole a Mario e altre somiglianti, e però l’animo suo non piegava niente, rispose Metello che, si tosto com’egli potrà per alcun fatto di comune2, gli farà quello ch’egli domandava; ma poi, spessamente addomandando Mario quel medesimo, dicesi che Metello li rispose ch’egli non avesse fretta d’andare, e che assai sarebbe per tempo ch’egli addomandasse il consolato insieme col suo figliuolo, il quale in quel tempo militava là col suo padre, e avea quasi anni venti. La qual cosa molto accese Mario, perocché l’onore fortemente desiderava,e anche per contrario di Metello3: e così dal troppo desiderio e dall’ira, i quali sono pessimi consigliatori, era trasportato, e da niuno fatto nè dello s’astenea, purché fosse per lui a potere sulla signoria venire4 Li militi, de’quali egli era signore ne’ luoghi da vernare, tenea con più larga signoria che innanzi; e appresso li mercatanti, de*quali era in Ulica grande moltitudine, parlava egli incolpevolmente5 ài Metello, e magnificamente di sé; quanto alla guerra, dicendo che, se la metà dell’oste fosse conceduta a lui, egli in pochi di avrebbe Giugurta incatenato; e che lo’mperadore a studio indugiava, perocch’egll è uomo vano; e, di regale superbia, molto si gloriava di signoreggiare. Le quali tutte cose tanto pareano loro più ferme, perocché per lo prolungare della guerra aveano consumato il loro; e all’animo che molto desidera, uiuua cosa sufficiente s’avaccia6.
CAPITOLO LI.
Come Mario confortò Gauda e altre persone contra Metello.
Era ancora nell’oste nostra uno Numida, detto Gauda, figliuolo di Ma-
- ↑ Ì1 non è ogni cosa da desiderare a ciascuno) (>u la particella a sta in luogo di da.
- ↑ Cioè: per alcun fatto della reputiica.
- ↑ e anche per contrario di Metello) Contrario qui par che sia adoperato sustantivamente per contrarietà, avversità.
- ↑ purché fosse per lui a potere sulla signoria venire jcioè:purché potesse egli venite nella signoriat purché potesse avere egli la signoria.
- ↑ incolpevolmente è voce antica,e significa non già senza colpa,còme incolpevole,nàcon colpa, ila incolpare ì e fu aggiunto al Vocabolario di’l la Crusca dal p. Cesari con questo solo esempio: se non che sembra, come bene osserva it Belli, doversi qui leggere colpevolmente.
- ↑ II volgami, a stampa yontavacciava >xit da noi si c mutato tx a* accia, confortati dal testo lattilo e dalTusscrvare che sopra si legge desidera.