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il giugurtino | 123 |
verso le mura: e già i suoi, essendo saliti su per le scale, aveano quasi presa la sommità, quando quegli dentro corsono, e pietre, e fuoco, e dardi gittavano sopra loro. Li nostri prima contrastavano; poi, una scala e un’altra essendo guasta, quegli ch’erano stati fermi furono afflitti e morti; gli altri, come poterono, pochi sani o non percossi, gran parte di fedite mal conci se n’andarono: poi la battaglia dall’una parte e dall’altra fece ristare la notte che venne1.
CAPITOLO XLYIf.
Come Metello si partì da Zama, è trattò d’ingannare Giugurta.
Metello, poiché vide che invano avea ciò cominciato, e che nè la città prendea, nè Giugurta la venia a difendere, se non ad aguati e assalti, e a suo modo e luogo facea battaglia, e che già era andata via la state; partissi da Zama, e pose masnada a difendere in quelle città ch’erano mancate al re2, le quali erano assai forti per luogo e per mura: l’oste sua tutta allogò per vernare nella provincia prossima a Numidia. Nè quel tempo, a modo degli altri consoli, concedè a ozio o a lussuria; ma, perocché la battaglio per arme poco procedea, innanzi briyò3 d’ordinare tradimenti al re per gli suoi amici medesimi, e la loro reità e malizia usare per arme4 Onde attento fece fare molte promesse a Bomilcare, il quale era suto a Roma con Giugurta, e indi, dati gli statichi, segretamente avea fuggilo lo giudicio della morte di Massiva, al quale, per la grande amistà, eli’avea con Giugurta, era grande copia di potere ingannare. E però Melello, avendo falle queste promesse, prima fece che gli venisse a pai lare occultamente; poi, datagli fede che, se gli desse Giugurta vivo o morto,che il senato noi punirebbe dell’omicidio che fece,e tulio il suo gli lascerebbe e concederebbe, leggermente recò il Numida a cioè, sì perchè5 loro ingegnamento non tien fede6, e sì perocch’egli tornea che, se si facesse pace co’Romani, ch’egli per tale condizione sarebbe condannalo a morte. Bomilcare, sì losio come fu tempo e luogo, es sendo Giugurta angoscioso e doglioso di sue disavventure, venne a lui: e ammoni Ilo, e, lagrimando, lo scongiurò che egli alcuno tempo a sè e agli
- ↑ pei la battagliateci consideri qucslo luogo, dove la collorazion dell* parole è sforzata, ed i arreca oscurità, rhe a prima giunta pare che la i battaglia faccia cessar la notte: e, se si fosse dello: poi la no’Jet che venne, fece cessar la battaglia da119 una parte e dalP altra, nou ci sarebbe slata ambiguità.
- ↑ eli* erano mancate al re) Dicesi mancare, di fede, mancarla fede, ed anche^ome in questo luogo, mancare assaiutaweute, perromperla fede, ribellarsi. Questo esempio potrebbe essere aggiunto al Vocabolario, il quale ne manca.
- ↑ innanzi brigò ec. Vedi alla pag 2l la n. 5.
- ↑ per arme9 noe in luogo di arme.
- ↑ a cioèf si perche)Le stampe hanno: a ciò; e sì perchè, con manifesta offesa della reit.i sintassi. Facile ci e paruto l’emendamento, congiungendo quel clic male erasi diviso n<*l trarre dal codice la stampa. Cioè per ciò trovasi spessissimo negli antichi.
- ↑ loro ingegnamento non tien fede) Ingegnamento qui sta per indole, natura; di che vedi la n. 5 alla pag. 56.— Tenere fede qui vale man tenere fede.
il traduttore abbia voluto troppo secondare il la― j tino; e si ha ad intender cosi: E così, essendo * coloro attenti a considerare quello che i loro facevano, ec.