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122 il giugurtino

CAPITOLO XLVI.

Come Metello pone guardia al campo, il quale Giugurta assali; e come si eomballea la città di Zama.

L’altro dì, innanzi ch’egli uscisse a dare la battaglia, pose tutta la gente da cavallo a guardia del campo da quella parte onde era lo venire del re, e le porte e gli altri prossimi luoghi diparti e distribuì a certi tribuni: poi andò alla città, e, siccome l’altro dì avea fatto, assalio e venne alle mura. In questo Giugurta di nascosto subitamente assaltò li nostri. Quegli, ch’erano allogati quivi presso, furono un poco spaventati e turbati; gli altri tosto sovvennono loro. Nè gli Numidi non avrcbbono potuto più tempo contrastare, se non fosse che i lor pedoni mischiati fra gli cavalieri faceano in loro assalto gran male. De’quali pedoni li giugurtini essendo guarniti, non combatteano come soleano fare in battaglie da cavallo, che prima assalissono e seguitassono, e poi si partissono; anzi correano al traverso de’cavalli, impacciando e turbando la schiera, e con gli espediti pedoni suoi poco meno che diedono vinti li loro nimici. Allora a Zama si combattea fortemente: e dove ciascuno de’legati era ordinato di aver cura, quivi valentissimamente si sforzava; e niuno di loro avea speranza nell* altro più che in sè medesimo. Simigliantémente quegli dentro combatteano contra di loro, e contrappara ano in tutti i luoghi1 e più disiderosamente voleano l’uno l’altro fedire che sè medesimo coprire: le grida erano grandi, mischiate di confortamelo, di letizia, di piantò; lo percuotere dell’armi andava a cielo; gli dardi dall’una e dall’altra parte volavano. Ma coloro che difendeano le mura, quando li nimici un poco rallentassono ovvero lasciassono la battaglia, ragguardavano attesamente la battaglia degli cavalieri del campo. Sicché, secondo che’! fatto di Giugurta andava, così gli avresti veduti or lieti, or paurosi: e, siccome eglino dagli suoi potessono esser uditi ov vero veduti da Idro, alcuni li ammonivano, altri gli confortavano, o facendo segni con mano, ovvero con lutto il corpo, quasi cessassono ovvero gittassono dardi, mutandosi qua e là2. La qual cosa poiché fu conosciuta da Mario, perocch’egli avea cura da quella parte, a studio cominciò a far la battaglia più leggiere; e ad infingere disperarsi del fatto; e a sostenere che gli Numidi senza briga vedessono3 e guardassono lo combattere del re. E così, essendo coloro attesi per lo studiare degli suoi4, egli subitamente e con gran forza fece assalto

  1. contrapparavano in tutti i luoghi) Contrapparare fu aggiunto dal p. Cesari al Vocabolario della Crusca con questo solo esempio, e, com’egli spiegò, qui vale far difesa sforza contro
  2. mutandosi qua e là) Mutarsi qui vale tramutarsi da un luogo ad un altro. Si ponga mente a quest’uso «li questo verbo, che è breve e di molta forza,
  3. e a sostenere che gii Numidi sen za briga vedessono ec., cioè: e a snffcrire che i Numidi, senza prendersene briga, senza curarsene, vedessero ec.
  4. essendo coloro attesi per lo studiare degli suoi) Questo luogo è alquanta oscuro, e par che