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106 il giugurtino

ti1 Dunque, essendo gli altri grandi assai spauriti, Marco Scauro, il quale fu eletto compagno di Bestia, siccome è detto di sopra, in fra la letizia del popolo, eia fuga e* I timore de* suoi, essendone allora la città assai dubbiosa, si avea egli fatto ch’egli fosse uno degli tre inquisitori, i quali doveano essere a fare2 la inquisizione secondo che Mamilio avea’detlo. Ma, con tutto che Scauro avesse ciò studiato e fitto, non gli valse; anzi fu fatta la inquisizione da altrui aspramente e sforzevolmente3, e per lo romore e per la gran voglia4 del popolo: chè, siccome spesse fiate gli grandi, così a quel tempo gli popolari, per loro prosperità, erano da isconvcnenza5 e oltraggio presi e occupati.

CAPITOLO XXXII.

Delle auliche discordie di Roma.

Poco tempo innanzi era nato in Roma il costume e ’I modo della parlo del popolo e di quella del senato, di trattamenti e di ragunamentj, e poi di tutte altre reità e male arti. Questo era intervenuto per Io riposo e per l’abbondanza di quelle cose, le quali gli uomini del mondo riputano per più principali (a)6. Perocché; innanzi che Cartagine fosse disfatta, il popolo e’fsenato di Roma piacentemente7 e ordinatamente trattavano in fra loro la repubblica; nè per gloria, nè per signoria si combatteano fra loro8: la paura de’nimici in buone arti mantenea la città. Ma, poichè’l limore andò via dalle loro menti, vennouo in loro quelle due cose, che di prosperità sogliono seguitare, cioè vanità d’animo e grandezza d’orgoglio; e così quello riposo, il quale nell’avversità aveano desiderato, poiché l’ebbono avuto, fu fatto loro più aspro e più crudele ch’altra guerra: chè cominciarono gli grandi loro dignità e’I popolo loro libertà stravolgere a tutta loro propria voglia, e ciascuno a sè menava, recava e rapiva: e così ogni cosa si partia in due parti; la repubblica, ch’era nel mezzo, fu in tutto squarciata. Bene è vero che allora la parte de’grandi per cagione di loro lega era più potente; quella del popolo, perocch’era disciolta e dispartita in moltitudine, avea la potenzia minore. Sicché ad arbitrio degli pochi grandi in città e in oste era governata la repubblica;

  1. tanta era... la volontà delle parli ) l’originale ha qui: tanta lubido in partiòus erat; e frate Bartolommeo ha tradotto lubido (che là par sia da intendere per desiderio di nuocersi, odio, mal talento) per volontà-, e questa voce così usata non ci ira a sangue, nè in questo sentimento è registrata nel Vocabolario della Crusca.
  2. a fare) La stampa leggeva e fare: col consiglio del Betti si e così emendato.
  3. sforzevolmente è lo stesso che sforzatamente, ovvero con isforzo.
  4. voglia qui sta per lubido, siccome poco a vanti volontà;e. ciò che abbiamo detto di quella, sia ancor detto di quest’altra voce.
  5. isconvenenza, o sconvenenza, è voce antica, ed oggi si ha a dire sconvenienza.
  6. ciò si dee intendere di prosperità mondane).
  7. piacentemente vale con piacevolezza, cioè con dolci modi.
  8. si combatteano fra loro) Combattere qui sta iti sentimento di contendere e questo esempio potrebbe aggiungersi al Vocabolario,che nonne ha di forma neut. pass.