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il giugurtino 83

mo studiosi brigano, e vanno e faticano ciascuno di voi1, che dello assente Giugurta, non conosciuto il fatto, non dobbiate niente ordinare; e ch’io vado componendo parole, e infingo d’essere fuggito, il quale, s’io volessi, potrei stare nel reame. Perciò voglia Iddio che colui, per la cui empia malvagità sono venuto a queste miserie, io’l vegga infingere in questo medesimo modo!, e per alcun tempo o appresso a voi o appresso gli Dii immortali venga la cura dell’opere degli uomini!, acciocché quegli, il quale ora per le sue gran reità è feroce e onorevole, egli, d’ogni male afflitto e tormentato, della impietà verso il mio padre, della morte del mio fratello, e delle mie miserie, sostenga pene. Già già, fratello all’animo mio carissimo, avvegnaché a te non maturo, ma molto giovine, da colui, che non l’avea a fare, ti fosse tolta la vita; pertanto da allegrare più che da dolere mi par sia il cadimento2 tuo: che non regno, ma fuga, scacciamento, povertà, e tutte queste miserie, nelle quali io sono, insieme hai colla vita perduto. E io, male augurato, e in tanti mali gittato del paternale3 regno, in agguardamento4 e beffe degli uomini, di me medesimo non so che io mi faccia: s’io proseguiti la ingiuria tua5, il quale per me ho bisogno6 ajutorio; o s’io intenda a racconciare il reame, io, la potestà della cui vita e morte pende dal favore altrui. Volesse Dio che il morire fosse onesta uscita delle mie disavventure, e non paresse che fosse dispregiamento di mia vita, s’io stancato di male dessi lato e luogo alla ingiuria7 che fatta m’è! Ora nè vivere mi piace, nè’l morire m’è licito senza disonore. Padri conscritti, priego voi per li vostri figliuoli e per li vostri padri, per la maestà del popolo di Roma, sovvenite a me misero; contrastate alla ingiuria; non sostenete che il reame di Numidia, il quale è vostro, per fellonia <1*altrui e per lo sangue di nostra famiglia venga meno e perisca da voi8.

CAPITOLO XIII.

Che dissono in senato gli ambasciadori di Giugurta, e che fu determinato di fare.

Poiché il re ebbe fatto fine di parlare, gli ambasciadori di Giugurta, più per doni che per ragione guarniti, in poche parole rispuosono9 di-

  1. faticano ciascuno di voi ) Faticare qui sta nel proprio significalo, del tutto latino, cioè con istanza e con ogni opera cercar di piegare e vincere Paltrui volontà.
  2. cadimento e voce antica, ed e Io stesso che aaduta; e qui sta per rovina, o morte.
  3. paternale e lo stesso chepaterno f ma e voce antica da non adoperare.
  4. agguardamento è voce antica, e qui vale Io stesso che spettacolo.
  5. s% io proseguiti la ingiuria tua ) Proseguitare qui sta per vendicare; chè il latino ha persegnar: ed in questo sentimento non è registrato nel Vocabolario.
  6. Pare che debba aggiungersi un di.
  7. dessi Iato e luogo alla ingiuria ec.) Dare lato vai lo stesso che far luogo.
  8. Questo da voi è aggiunto dal traduttore f e pare che debba intendersi per cagion vostra.
  9. Il volgarizzamento avea dispuosono.