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74 il giugurtino

male* il quale agio eziandio gli uomini mezzani per isperanza di preda fo intraversare1; anche, che lo studio degli Numidi era molto acceso all’amore di Giugurta, per la qua! cosà egli ritemea che, s’egli tale uomo uccidesse per inganno o tradimento, che non nascesse alcuno rumore o battaglia, e così era In angosciosi pensieri* E, per tali molestie compreso2 poiché vide che nè per forza nè per inganno potea uccidere uomo così accetto e caro al popolo, perocché era Giugurta forte delle braccia, e pronto e desideroso d’onore di cavalleria3; diliberò Micipsa di metterlo alli pericoli» e in quésto modo tentare e cercare la ventura. Sicché nella guerra numantina, mandando . Micipsa cavalieri e pedoni in ajuto del popolo romano, sì il fece signore degli Numidi, li quali mandava là in Ispagna, sperando che egli, o in volére mostrare sua virtù, ovvero per potenzia, o per crudeltà de’nimici, leggermente4 dovesse morire. Ma questa cosa molto altrimenti divenne5 ch’egli non pensò: chè Giugurta, siccome uomo che era sollecito e dì grande ingegno6, poiché vide la natura 4i Publio Scipione, il quale era allora imperadore (a)7, e conobbe anche i.costumi e modi de’nimici; con molta fatica e con molto studio, anche molto approvvedutamenle8 ubbidendo al signore, andando contra gli nimici, a tanta chiarità e lode venne in brieve tempo, che alli nostri fortemente caro, e agli Numantini era a grande paura. Egli avea prima quello, che è molto co?a malagevole, cioè ch’era valente in battaglia, e savio in consiglio: delle quali cose la seconda suole talora per la grande provedenzia9 fare timoroso, e la prima per l’ardire rendere altrui matto» Per questo lo imperadore quasi tutti gli gran fatti faceva per Giugurta10; e tenealo fra gli cari amici; e ogni di l’amava più: come colui, cui nè consiglio nè cominciamento niuno era, che non venisse ben fatto11.E con queste cose avea Giugurta larghezza e cortesia in suo cuore, e in opere grande accortezza di senno: per le quali cose molti degli Romani s’avea fatti famigliari e amici.

  1. ziandio gli nomini mezzani per isperanga dipreda fa intraversare) Mezzano qui vale mediocre• Intraversare vale propriamente porre a traverso 9 attraversare; ma si prende anche figuratamente per uscir della via retta % del giù* sto; ed il Vocabolario in questo significato non pone altro esempio che questo dei nostro autore»
  2. e per tali molestie compreso) Compreso vale, oltre gli altri suoi significati, angustiatoed è registrato nel Vocab. con solo questo esempio.
  3. cavalleria qui vai guerra» milizia> di che vedi la nota 1 a pag, 6.
  4. leggermente di leggieri^ vai facilmente•
  5. divenne) Divenire vai diventare: ma si trova, come in questo luogo, per avvenire, e> come equivoco, non è oggi da adoperare.
  6. siccome uomo che era sollecito e di grande ingegno) Così traduce il nostro autore Te parole latine; e rat impigìv atque acri ingenio. Qui sollecito vale quello che noi diciamo anche attivo ^ cioè fattivo, operoso.
  7. (cioè consolo di Koma ).
  8. approvvedutamente vale con accortezza] ed il Vocabolario non vi pone altro esempio che questo.
  9. provedenzia*procedenza sono voci antiche, e valgono lo stesso che provvidenza; e provvidenza si dice il vedere o conoscere alcuna cosa, che dee essere, avanti eh* ella sia.
  10. faceva per Giugurta) Qui la particella per sta in vece di mediante, per mezzo. Vedi il nostro Trattato delle particelle.
  11. ne cominciamento niuno era, che non venisse ben fatto) Il latino ha: quippe cujus ne. que inceptum ullum frustra crat. Onde cominciamento <jui sta in iscambio dpruovaf impre. sa: e non ci pare bel vocabolo e da usare in questo senso*