avessono tanto studio di buone cose1 quanto eglino hanno ad avere le cose altrui, le quali non prode2, ma molto pericolo recano, nè fossono retti da ventura, anzi eglino maggiormente reggessono lei; a tanta grandezza verrebbono, che eglino, i quali sono mortali, sarebbono folti eternali e per onore e per gloria. Che, siccome l’umana generazione è composta di corpo e d’anima, così tutti nostri studii o seguitano la natura del corpo o quella dell’inumo. Quelle cose che sono corporali, come è bellezza di faccia, ricchezze, forza, e tutte altre cotali cose, in brieve tempo trapassano: ma li grandi e valorosi falli dello ingegno, così come l’anima, sono immortali. All’ultimo il corpo e i beni della ventura, come hanno cominciamento, così hanno fine: tutte cose, che sono venute, si caggiono, e, crescendo, invecchiano; l’animo, eterno rettore dell’umana generazione, dura sempre, e signoreggia ogni cosa, e da niuna egli è signoreggiato. Per la qual cosa è più da maravigliare della perversità di coloro, li quali, dati all’allegrezze corporali, per lussuria e per miseria menano lor vita3; e lo ingegno, del quale nulla cosa è migliore nò più dignitosa nella natura degli uomini, eglino, per non curare e per pigrizia, intiepidire e incattivire lasciano4: specialmente conciossiacosachè sieno così molte e isvariate arti d’animo5, per le quali sommo onore è apparecchiato. Veramente, essendo fra questo numero le dignità e gl’imperi e ogni cura di repubblica, non mi pare che a questi tempi sieno da desiderare6: perocchè nè alli virtudiosi7 sono dati gli onori, nè quelli, che gli hanno per fraudo, sono però sicuri o più lodevoli, anzi sono in maggiore molestia. Chè reggere la patria o li suggelli per. isforzamento di signoreggiare8, avvegnachè tu possi, e tu gastighi i mali, è cosa non
- ↑ avessono tanto studio di buone cose) Studio qui vale desiderio. Vedi pag. 19, nota 9.
- ↑ prode sustantivo è voce antica da non usare, e vale lo stesso che prò, giovamento, utile.
- ↑ per lussuria e per miseria menano lor vita) La particella per si usa in innumerevoli modi, de’ quali molti si è incontrato di far notare in questo libro. Qui pare che stia in luogo di in o nel; ma non vogliamo tacere che come è qui usata non ci piace gran fatto: il che è stato per avere il buon frate voluto tradurre troppo letteralmente il latino, che ha per luxum atque ignaviam aetatem agunt: la qual cosa molte volte non si può fare per la diversa indole delle due lingue. — Miseria qui anche vale ignavia.
- ↑ intiepidire e incattivire lasciano) Intiepidire qui è preso metaforicamente, e vale perdere il fervore dell’affetto. E incattivire vale divenir cattivo, vile, abjetto.
- ↑ molte e istoriate arti d’animo) Con queste parole traduce le latine multae variaeque sint artes animi. Ars in latino viene adoperato anche per industria, studium; nel qual sentimento pare che debba prendersi in questo luogo; ma arte in questo significato non è registrato nel Vocabolario della Crusca, quantunque moltissimi esempii se ne trovino e presso gli scrittori del trecento, e quelli del cinquecento.
- ↑ sieno da desiderare) È qui da notare che elegantemente si tace l’affisso negl’infiniti dei verbi preceduti dal verbo essere con la particella da come in questo luogo; ed il Casa nel Galateo disse: Perciocchè non solamente non sono da fare in presenza degli uomini le cose laide, e schife, e stomachevoli, ma il nominarle anche si disdice»
- ↑ virtudioso è voce antica da non usare, e vale lo stesso the virtuoso.
- ↑ per isforzamento di signoreggiare) Perchè desideriamo che gli studiosi non ’solo apprendano i pregi del nostro autore, ma ne schivino anche i difetti, facciam loro notare che questo costrutto è assai rozzo e duro, ed anche oscuro.
La quale sforzata durezza ed oscurità e generata ed in questo ed in altri parecchi luoghi del nostro autore dal soverchio studio di esser breve; nè è mestieri qui ricordare che egli volle troppo seguitare il latino, non ricordandosi della sentenza di Orazio: brevis esse laboro, obscurus fio.