Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
il catilinario | 67 |
li quali avea scritti1 per cagione di romore o di disordinamento che fosse2; e dopo loro pose tutta l’altra oste ben guernita e apparecchiata ad ajuto. Egli in sul destriero andava d’intorno, ciascuno appellando per nome e confortando a vigore: priega che si ricordino che combattono contra ladroni, contra disarmati; per la patria, per la libertà, per li figliuoli, e per li loro3 fuochi e templi. Egli era uomo molto cavalleresco4, perocchè più di trentanni era suto tribuno5 e prefetto di provincia, legato, ovvero pretore, e con grande gloria molte fiate era suto nell’oste de’ Romani: molti di loro conoscea, e sapea lore valenzie che fatte aveano e, ricordandole loro, accendea molto li loro animi. Ed ispedite e provvedute tutte cose, Petrejo fece sonare le trombe, e in questo dar loro segno di combattere; e comandò che sue schiere andassono bellamente67. Quel medesimo fece l’oste de’ nimici.
CAPITOLO XLVIII.
Della battaglia de’ Romani e de' Catilinarii.
Poichè furono tanto approssimati, che si poteano saettare e lanciare8, corsono l’uno contra l’altro con grande grida9 e con le contrarie bandiere: lasciano li dardi, e a spade combattono10. Li detti cavalieri antichi11, ricordandosi della loro prima virtù, combatteano molto fortemente; e gli avversarii, non come timorosi, ma come molto prodi, contra-
- ↑ scritti, cioè arrotati: di che vedi la nota 7 a pag. 36.
- ↑ Qui le stampe leggeano che non fosse: ma, ponendo mente al testo latino, le parole che non fosse o sarebbero a tenersi intruse, o, meglio, secondo che è paruto anche al Betti, s’hanno a mutare, come vedesi aver noi fatto, in che fosse.
- ↑ Il volgarizzamento qui aveva anche luoghi: e ci è sembrato soverchio ed evidentemente intruso.
- ↑ era uomo molto cavalleresco, cioè molto pratico delle cose militari, delle cose di guerra. Gli antichi usavano cavaliere in sentimento di soldato, come abbiamo avanti avvertito; e da cavaliere fecero cavalleresco.
- ↑ Su l’autorità del testo latino abbiam tolto via del popolo, ch’era nel volgarizzamento, con error manifesto.
- ↑ e sapea loro valenzie che fatte aveano) Valenzia o valenza, che son voci da non più ad operare oggi, son registrate nel Vocabolario per virtù, valore, ma qui valenzia sta per valentia in sentimento di azione valorosa, bravura.
- ↑ comandò che sue schiere andassono bellamente) Bellamente non ista qui nel proprio significato di piacevolmente, con bel modo, acconciamente; ma in quello di adagio, lentamente; come si legge pure nella traduzione di Livio fatta nel trecento: S’elli comandava che s’affrettassono dell’andare, essi andavano più bellamente.
- ↑ che si poteano saettare e lanciare, cioè che si poteano ferir di saette o frecce e di lancia: chè saettare vale ferir con saetta, e lanciare, che propriamente significa scagliar la lancia o simili armi, qui sta per percuotere, ferir di lancia. E così leggesi anche nel Lib. Pred.: Fu preso e legato ec., maladetto e condennato, crocifisso e lanciato.
- ↑ con grande grida) Grida val propriamente bando, cioè quel favellare ad alta voce che fa il banditore; ma qui vale grido messo unitamente da più persone, come ha il latino, clamor: e dovrebbe questo esempio mettersi al Vocabolario, dove la voce grida è stata aggiunta in questo sentimento, ma con un solo esempio del Caro.
- ↑ e a spade combattono) Qui la particella a, come altre volte è stato da noi avvertito, sta in luogo di con: di che vedi il nostro Trattato delle particelle.
- ↑ cavalieri antichi) Il testo ha veterani.
i giovani che fronte, parlandosi di un esercito o di una schiera, ec., vale la parte dinanzi di quello; e potrebbesi questo esempio aggiungere al Vocabolario, che non ne ha in questo sentimento di autori del trecento. Ancora si noti quell’indurato, o indurito che dir vogliasi, qui figuratamente adoperato, per avvezzo, sperimeritato.