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52 | il catilinario |
ma, li quali stavano per guardia con lance alla casa della Concordia, o che il facessono per la grandezza del pericolo, ovvero per movimento di animo a mostrare e a far chiaro lo studio loro verso la repubblica, quando Cesare uscì del senato, gli vennono addosso1, e minacciaronlo molto a nude spade.
CAPITOLO XXXVII.
Come alcuni si brigavano di liberare gli presi; e come fu avuto consiglio di loro.
Mentre queste cose si faceano in senato, e mentre agli ambasciadori franceschi e a Tito Vulturzio, siccome approvato il lor detto, si provvedea degli guiderdoni che doveano avere secondo lo decreto fatto, quelli ch’erano suti de’ fedeli di Lentulo e affrancati da lui2, anche alcuni de’ suoi sergenti, andavano per Roma sollicitando gli artefici e altri servi delle ville d’appresso per poterlo tôrre e campare. Alcuna parte richiedea li capitani delle moltitudini, li quali per pregio erano usati di conturbare la repubblica: ma Cetego sollicitava per messaggi gli uomini di casa sua e gli affrancati da lui, uomini eletti e usati a’ fatti, ch’eglino dovessono prendere ardire; e che, ragunandosi insieme, e fatta moltitudine di gente, venissono con spiedi e con lance3, e per forza entrassono a lui liberare. Il consolo, sapendo queste cose, ordinò e dispose la gente e li guarnimenti secondo che il tempo e il fatto richiedea: e fcce raunare il senato, e domandò consiglio che piacesse loro che dovesse essere fatto di quelli ch’erano sostenuti in guardia di loro4. Era già giudicato quasi da tutti i senatori ch’egli erano colpevoli, e aveano fatto contra il comune. Allora fu prima addomandalo che dovesse dare sua sentenzia Decio Giunio Sillano: il quale, perchè era già eletto e disegnato consolo5, piacque a Cicerone che dicesse prima che gli parea di fare, e si de’ presi e anche di L. Cassio e P. Furio e P. Umbreno e Q, Annio, s’egli venissono nella forza del comune6. La sentenzia sua fu che dovessono essere morti. E
- ↑ quando Cesare uscl del ’senato, gli vennono addosso) Andare, dare, o venire, addosso, vale investire.
- ↑ e affrancati da lui) Affrancato val liberato; dichiarato, fatto libero.
- ↑ venissono con spiedi e con lance) Spiede o spiedo val propriamcnte arme in asta che si adopera alla caccia e in guerra; e così è da intendere in questo luogo. Oggi comunemente dicesi per ischidone, che è quell’arnese da cucina, che da noi Napoletani è detto spito.
- ↑ ch’erano sostenuti in guardia di loro) Sostenere qui sta per il semplice tenere.
- ↑ Qui il testo latino ha: quod eo tempore consul designatus erat.
- ↑ e venissono nella forza del comune) Forza, oltre agli altri suoi significati, ha pure quello di balia, dominio, potestà: onde qui venire nella forza si vuole intendere venire in balia; venire in mano.
vallo, ovvero a cavallo. Il Bembo nella sua Storia di Venezia al lib. 4 disse: Il senato ec. avea deliberato che sette compagnie di cavalli co’ lor capi da Brescia richiamati fossero. E il Villani, 4, 30: E mandovvi il comun di Firenze gente d’arme a piede e a cavallo assai. Ancora facciamo osservare a’ giovani che masnada val propriamente compagnia, truppa di gente, ed anche, come in questo luogo, compagnia di gente armata.