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Il Canzoniere | 75 |
M’infiamma, agghiaccia, fere, e ruba il core,
Mercè di quella vista alma e divina. 14
V. 1. Quando..., mossa tra dantesca (cfr. Vita Nuova, XXVI) e petrarchesca. Nel Canzoniere del Petrarca ben quattordici sonetti ed una Canzone cominciano col «quando», con respiro largo e profondo.
V. 4. Cria, crea «un mar di gioia»; enfasi ampollosa.
V. 8. Al Ciel. Nel sonetto precedente ella era fatta guida al canto, al poetare. Qui è guida al Cielo (cfr. Petrarca, Canzoniere, CCLXI, vv. 7-8).
XIX.
La Mencia è altera e disdegnosa: l’amatore invoca pietà.
Così potesse in voi di me pietate.
Tal che piegasse il vostro duro core,
Com’io m’accesi al lucido splendore
Di quelle vostre luci alme e beate. 4
Che l’aspre pene, e ’l duol ch’ognor mi date
In parte temprereste, e forse Amore
Del petto il ghiaccio vi trarrebbe fuore,
Facendo in voi pietà com’è beltate. 8
Ma tant’altiera e disdegnosa sete,
E di gradire altrui così vi spiace,
Ch’Amor sprezzate, e ’l suo gioioso regno. 11
Tacerò dunque poichè non vi piace,
Che ’l fuoco scopra dov’ognor m’ardete;
Che men doglia è morir, che farvi sdegno. 14
V. 2. Tal, a tal segno da piegare.
V. 13. Dove, col quale.
V. 14. Men doglia è morir, è minor dolore il morire che darvi nuova cagione di sdegno. Verso ben temprato, che avvalora il mediocre sonetto con chiusa epigrafica.