Grotte de ’Alpi, che d’intorno bagna
Il ligustico mar, tumido sorgi,
E mormorando tra i lombardi campi
Trebbia e Ticino, con l’antico nome 10Di bellicosi vampi
Teco al viaggio tuo guidando scorgi,
Dove fra gli altri, come
È fra le stelle il Sole,
Con le madide chiome 15L’onorato tuo Mincio t’accompagna,
Sin là ’ve al mar il tuo tributo porgi:
O re dei fiumi, in queste piaggie sole
Odi le mie parole.
Tra quelle ombrose querce Melibeo 20Pensoso stava, il suo gregge pascendo
Come solean già i pastor, sedendo
Tra i bei colli di Menalo e Liceo;
E dicea con dolor acerbo e reo:
— O Eridano mio, i nostri armenti 25Non han più, nè li tuoi, securo un loco,
Chè giù da gli alti monti è già venuto
Chi accende fiamme in le tue mandre, e fura
E per gridare ajuto
È de’ nostri pastori ognun già roco. 30Deh! se già sepoltura
Fosti al figliuol del Sole,
Allor ch’ebbe paura
Il mondo d’andar tutto in fiamme ardenti
Smorza con l’acque tue quest’altro fòco. 35O re de’ fiumi, in queste piagge sole
Odi le mie parole.
Ecco, tra i nostri pascoli discesi
Fieri apri, aspri orsi, e per diverse rupi
La notte scender ululando lupi, 40Che versan gli occhi di spavento accesi:
Anzi (chi fia che ’l creda?) i’ ho già intesi
Con voce umana orribile chiamarsi;
E menzogna non è che in lor sian l’alme
Dei ladron che son morti in queste selve; 45Ed odonsi al silenzio della luna