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Il Canzoniere 331

     Grotte de ’Alpi, che d’intorno bagna
     Il ligustico mar, tumido sorgi,
     E mormorando tra i lombardi campi
     Trebbia e Ticino, con l’antico nome
     10Di bellicosi vampi
     Teco al viaggio tuo guidando scorgi,
     Dove fra gli altri, come
     È fra le stelle il Sole,
     Con le madide chiome
     15L’onorato tuo Mincio t’accompagna,
     Sin là ’ve al mar il tuo tributo porgi:
     O re dei fiumi, in queste piaggie sole
     Odi le mie parole.
     Tra quelle ombrose querce Melibeo
     20Pensoso stava, il suo gregge pascendo
     Come solean già i pastor, sedendo
     Tra i bei colli di Menalo e Liceo;
     E dicea con dolor acerbo e reo:
     — O Eridano mio, i nostri armenti
     25Non han più, nè li tuoi, securo un loco,
     Chè giù da gli alti monti è già venuto
     Chi accende fiamme in le tue mandre, e fura
     E per gridare ajuto
     È de’ nostri pastori ognun già roco.
30Deh! se già sepoltura
     Fosti al figliuol del Sole,
     Allor ch’ebbe paura
     Il mondo d’andar tutto in fiamme ardenti
     Smorza con l’acque tue quest’altro fòco.
     35O re de’ fiumi, in queste piagge sole
     Odi le mie parole.
     Ecco, tra i nostri pascoli discesi
     Fieri apri, aspri orsi, e per diverse rupi
     La notte scender ululando lupi,
     40Che versan gli occhi di spavento accesi:
     Anzi (chi fia che ’l creda?) i’ ho già intesi
     Con voce umana orribile chiamarsi;
     E menzogna non è che in lor sian l’alme
     Dei ladron che son morti in queste selve;
     45Ed odonsi al silenzio della luna