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Il Canzoniere 313

XVIII.

Arse di passione il Bandello per la Mencia. E allora il faretrato Amore ferì costei mentr’ella danzava. Invano; chè il di lei cuore gelato estinse quella freccia o favilla.
      È tra le rime edite dal Pèrcopo, l. cit.
      Madrigale.


Il foco che nel cor m’accese Amore,
     Traendo l’esca dal leggiadro aspetto,
     Arso m’ha l’alma e vòlto il cor in fiamma.
Il che veggendo, il mio signor diletto.
     5Da sì cocente e immortal ardore,
     A quella che l’accresce e sempre infiamma,
     Su la sinistra mamma,
     Nel ballo, fe’ stillar viva favilla.
Ma, lasso!, quella stilla
     10Che puote sopra avorio, ghiaccio e neve?
     Che ’n spatio molto breve,
     L’estinse il freddo umor del cor gelato:
     13Onde assai mi ritrovo in peggior stato!


V. 2. Traendo l’esca, derivando la materia, o per dir meglio l’ardore della Mencia bellissima.

V. 4. Il mio signor, Amore.


XIX.

Gli occhi della Mencia sono nido d’Amore.
      È tra le rime esumate dal Pèrcopo, l. cit.
      Madrigale.


Da vostre chiare stelle,
     Che son d’Amor il nido,