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Introduzione 29

nome inscrivendoli senz’altro tra i suoi. E ciò per convinzione assoluta, pur non ignorando quanto la ricerca della paternità sia sempre ardua, anche in fatto di rime.....

Releghiamo, invece, in una Nota Aggiunta (pagine 230-236) due componimenti, una canzone ed un sonetto, che non siamo in grado nè di escludere nè di comprendere fra quelli suoi di sicura attribuzione.

Anche in questa silloge minore di Rime estravaganti come nella maggiore del Canzoniere, i due elementi prevalenti sono Pamoroso e l’encomiastico. Eccone il contenuto.

Celebra, nel sonetto di congedo delle III Parche (1531), la nascita del figlio del suo signore, di Giano Fregoso; esalta, nella canzone di chiusa dell’Ecuba (1536), un’altra gentildonna di Francia, con cui ebbe commercio intellettuale per affinità di tendenze letterarie, la futura autrice dell’Heptaméron, Margherita regina di Navarra, sorella di Francesco I; vagheggia in versi, nel sonetto di dedica dei Canti XI, l’amata alunna Lucrezia Gonzaga; piange in altri sonetti due illustri personaggi defunti, il suo Fracastoro (1553), e ripetutamente il marchese di Pescara, Ferrante d’Avalos (1525), rivolgendo le sue espressioni di rimpianto a Lucio Scipione Attellano ed alla vedova del Pescara, a Vittoria Colonna, poetessa.

Delle poche rime d’amore qui adunate, due sonetti sono epigrafici, da inscriversi cioè sulla tomba di due donne vittime del più nobile degli affetti, come narra in prosa, nelle novelle; un terzo è per Antonia Scarampa, angelica suonatrice, spentasi precocemente; le altre poesie sono per la Mencia e avrebbero potuto trovar luogo nel Canzoniere, là dove, con spunti ana-