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284 Matteo Bandello

     Mostrar parlando tanta maestate
     Se l’intelletto non la scorge a pena?
     Che ciò che splende fuore
     20(Non pur l’interna, e sacra chiaritate
     Al volgo ascosa, e d’alte doti piena)
     Ogn’alto ingegno abbaglia, avanza e affrena,
     E ratto falla andar fuor di se stesso,
     Per tant’eccelse, e rare meraviglie.
     25E pur tu vuoi ch’io piglie
     Ardir di palesar, e far espresso
     Ciò, ch’impossibil parme
     Ch’io dica, e dove indarno mi son messo?
     I’ nol potrò scoprir, che ’l ciel levarme
     30Non vuol tant’alto, ov’io potrei bearme.
Che s’io potessi, o Donna,
     Tanto di Voi parlar, quant’è ’l desire,
     E quanto meco, e con Amor ragiono.
     Voi diverreste Donna
     35Di quanto vuol Iddio, ch’l ciel rimire.
     Tante in Voi doti, e tante grazie sono,
     Che un sol de’ vostri discoperto dono,
     Come l’indica pietra il ferro fura,
     Tirerebbe ciascuno a contemplarvi,
     40E china ad adorarvi
     Vedreste in terra ogni opra di natura.
     Ond’io che vosco a lato
     Sempre mi trovo (oh forte mia ventura!)
     A dito mostro, lieto e fortunato
     45(Vostra mercè) sarei talor chiamato.
Indi avverrebbe poi,
     Ch’al vostro pregio, e all’alta gloria vostra
     Ed al mio bene invidia il mondo avrebbe.
     Così posta per Voi