Mostrar parlando tanta maestate
Se l’intelletto non la scorge a pena?
Che ciò che splende fuore 20(Non pur l’interna, e sacra chiaritate
Al volgo ascosa, e d’alte doti piena)
Ogn’alto ingegno abbaglia, avanza e affrena,
E ratto falla andar fuor di se stesso,
Per tant’eccelse, e rare meraviglie. 25E pur tu vuoi ch’io piglie
Ardir di palesar, e far espresso
Ciò, ch’impossibil parme
Ch’io dica, e dove indarno mi son messo?
I’ nol potrò scoprir, che ’l ciel levarme 30Non vuol tant’alto, ov’io potrei bearme.
Che s’io potessi, o Donna,
Tanto di Voi parlar, quant’è ’l desire,
E quanto meco, e con Amor ragiono.
Voi diverreste Donna 35Di quanto vuol Iddio, ch’l ciel rimire.
Tante in Voi doti, e tante grazie sono,
Che un sol de’ vostri discoperto dono,
Come l’indica pietra il ferro fura,
Tirerebbe ciascuno a contemplarvi, 40E china ad adorarvi
Vedreste in terra ogni opra di natura.
Ond’io che vosco a lato
Sempre mi trovo (oh forte mia ventura!)
A dito mostro, lieto e fortunato 45(Vostra mercè) sarei talor chiamato.
Indi avverrebbe poi,
Ch’al vostro pregio, e all’alta gloria vostra
Ed al mio bene invidia il mondo avrebbe.
Così posta per Voi