Dico ch’allor allor, ch’intento i’ veggio
Spiegarsi il Paradiso 25Dei fiammeggianti e altieri vostri rai,
Arditamente con li miei patteggio
Mirarvi sempre fiso,
N’indi la vista rivoltar già mai.
Ma com’i lumi gai 30Spargon le fiamme agli occhi miei per contro,
Ed io quel lampo incontro
Ratto m’accieco, com’al chiaro sole
Notturno augel la vista perder suole.
Ma perchè in lo splendor più che mortale, 35Anzi santo e divino,
Mille dolcezze stanno sempre a paro,
E quanta è quella tema che m’assale,
Tanto mi sta vicino
Di ferma speme l’ottimo riparo, 40Ardisco pur al chiaro
Vivo splendor girar l’inferma vista,
Ch’a poco a poco acquista
Il vigor morto, e poi sotto occhio mira
Come soave il lume bel si gira. 45Che s’io potessi al discoperto un tratto
Mirar, come volgete
Sovra ’l corso mortal que’ vostri ardori,
E discoprir altrui, com’è poi fatto
Il fuoco, ove m’ardete, 50Morir farei d’invidia mille cori.
Vo’ di me stesso fori
L’ombra scoprendo dell’ardente lume,
Ch’a gir al ciel le piume
Mi presta, e son di questo poco incerto, 55Che fora dunque s’io ’l vedessi certo?