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Il Canzoniere | 245 |
CLXXIX.
Nuova serie di rime della lontananza. Rimpiange la Mencia e il Mincio lontani.
Poich’io partii da quel famoso fiume,
Ch’assai sovente crebbe al pianger mio,
Stommi piagnendo ancor, e sol desìo,
4Che ’n pianto a poco a poco mi consume;
Che senz’il dolce, vago e vivo lume,
Onde mia morte al primo sguardo uscìo,
Che debbo omai più far, ahi lasso, s’io
8Non vuo’ ch’altrui splendor mai più m’allume?
E fora pur mercè di tanta noia
Levar quest’alma, nè curarsi omai
11Di quel ch’Amor mi dice lusingando.
Egli mi giura fuor di tanti guai
Voler cavarmi, e farmi star in gioia,
14Ma non m’afferma il traditor il quando.
V. 1. Poich’io, da quando.
V. 8. M’allume, m’illumini altro amore.
V. 9. E fora, e sarebbe.
V. 14. Il traditore Amore non fissa il quando, il giorno della promessa liberazione.
CLXXX.
Spera che la Mencia lontana sospiri per lui, e brama di far ritorno presso di lei.
Alma mia fiamma ch’or da me sì lunge
Alla mia lontananza forse pensi,
E quei sospiri d’onestate accensi