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240 Matteo Bandello

CLXXV.

La Risurrezione.
        Sonetto sacro.


L’orrendo, spaventoso e fiero suono
     Che lampeggiando, e rimbombando freme,
     Le dirupate pietre, e seco insieme
     4Delle spezzate nubi il grave tuono;
Le sepolture ch’oggi aperte sono
     Dal tremendo crollar, che ’l centro preme
     Della commossa terra, e ’l sol che geme
     8Tant’alta offesa, indegna di perdono;
L’aer gravato d’ognintorno d’ombra,
     Del tempio sì famoso il rotto muro,
     11E li cangiati di natura modi,
Mostran, che ’l Re del ciel morendo il duro
     Imperio di Pluton da noi disgombra,
     14Felice Croce, dolci e cari chiodi!


V. 1. Suono, fragore di tuono, sonoramente espresso con copia di aggettivi e di gerundi.

V. 10. Tempio, il sepolcro di Cristo.

V. 14. Felice Croce, croce apportatrice di felicità, di redenzione.


CLXXVI.

La morte di Cristo e il dolore del mondo.
        Sonetto sacro.


Come non piangi afflitto cor, se ’l sole
     Oggi nasconde i suoi fulgenti rai
     Per la pietà di tante pene e guai,