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Il Canzoniere | 235 |
CLXX.
L’albergo dell’Amore e delle Muse.
Sonetto mitologico.
Questa selva di cedri, che d’odore
Il pregio all’oriente in tutto tolle,
Poichè l’amato Adone in quella volle,
4Venere, trasformar il tuo favore;
Il fonte che sì chiaro casca fore
Del fruttifero, verde, e vicin colle,
D’allori l’ombre, u’ quando ’l sol s’estolle
8Sempre senti spirar fresche e dolci aure;
Questi fioriti prati erbosi e aprici,
Il bel palagio che nel mezzo siede
11D’Amor albergo, e delle Muse ancora,
Il giusto Alcide, o Venere agli Amici,
Ed a te pone. Or tu sì amena sede
14E chi v’alberga ancor conserva ognora.
V. 10. Il bel palagio simbolico dell’Amore e delle Muse.
V. 12. Il giusto Alcide, e cioè Ercole erige agli Amici e a te, o Venere.
CLXXI.
Sazio di negozi, fugge la corte, la città e ripara in riva al Lambro, pago dell’amor dell’amico Attellano e della Mencia.
Per non vedermi mille volte l’ora
Morendo non morir, i’ son fuggito
Dal fiero albergo d’onde è già partito
4Chi abborre il vizio e la virtute onora: