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216 | Matteo Bandello |
V. 72. Chi mi darà, chi mi compenserà di restar qui vosco, con voi.
V. 76. Verso alla Petrarca; cfr. nota al v. 11, son. LXXII.
V. 80. Folce da fólcere e folcire, puntella, sostiene, appoggia; cfr. Petrarca: «Che pur [Dio] col ciglio il ciel governa e folce», Canzoniere, son. CCCLXIII, v. 13.
V. 83. Sasso fortunato su cui Maria Maddalena s’assise. Un passo analogo è nel Canzoniere, CXXIX, vv. 27-28, del Petrarca, per Laura: «Talor m’arresto, e pur nel primo sasso | Disegno co la mente il suo bel viso».
V. 92. A questa pietra: «De l’immense voûte l’eau distille sans cesse goutte à goutte, excepté sur un point où l’on assure que Madeleine vaquait à la contemplation et prenait ses repos; c’est un roche qui s’élève de huit où dix pieds au milieu de la grotte, et qui n’a guère plus de surface» (l. cit.).
V. 105. Cor brutto, bruttato dal peccato.
V. 110. Si tempre, prenda norma, e, quindi, la ragione moderi i miei sensi.
CL.
Errante, lontano, mai non può — ed è già il settimo anno — trovar tregua per l’amore che lo tortura. Siamo, dunque, nel 1522 circa.
Perch’io mi trovi in questa, e ’n quella piaggia
Per valli, e poggi, e per aperti campi,
Per selve e rupi dove i chiari lampi
4Non manda il sol quando più chiaro irraggia,
Tanto fuggir non so che mai tregua aggia
Dal fuoco onde convien ch’ognor avvampi,
Ch’Amor non vuol che mai da lui mi scampi
8Luogo abitato, o parte più selvaggia.
Non vuol Amor ch’io cessi d’arder sempre,
Mercè di que’ begli occhi che mi stanno
11Nel cor sì fissi ch’altro non v’alberga.
E giunto pur mi trovo al settim’anno