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Il Canzoniere 211

     U’ Maddalena il corpo stanco, e lasso
     Tant’anni tenne col favor divino?
     5È questo il fonte fresco e cristallino
     Che for del sasso stilla,
     E l’onda fa tranquilla,
     Ch’ambrosia e nettar porse
     A lei che ’l vero ben nel mondo scorse?
10Tra questi boschi sì selvaggi ed ermi,
     Cui par che maligna ombra sempre adugge,
     Fra ’l sibilar di serpi, e crudi vermi,
     Tra fieri mostri che natura fugge,
     Qui dove fieramente Borea rugge,
     15Nè mai si vede Flora,
     Ma ghiaccio e nevi ognora,
     La stanza fu di quella,
     Che peccatrice il Vangelista appella?
Colei che di bellezza un chiaro sole
     20Visse gran tempo delicata e molle;
     Colei che vide in carne il vero sole
     Che nostre colpe per sua grazia tolle,
     Queste deserte rupi abitar volle,
     Questi luoghi silvestri,
     25Orridi, incolti e alpestri,
     E sola star romita,
     Che dal Sommo Fattor fu sì gradita?
Da queste grotte dunque e gravi orrori,
     (Grazia ch’a pochi il Re donò del Cielo)
     30Era levata fra i divini cori
     Sette fiate il giorno al caldo e al gelo?
     Quindi partiva con ardente zelo,
     E sovra l’aria queta
     Maria gioiva lieta
     35Sentendo in dolce canto