Di varii fior vestite, nè sia tempo
Che manchi vostra vena al dotto fiume.
Qual rivo, stagno, fonte, mare o fiume 20Sparge di voi più cristalline l’acque?
Al più cocente, e al più gelato tempo
Chi ode di voi più dotte Muse e versi?
Qual arbor è, che ’n quest’antica piaggia
Non senta novi carmi, e novo stile? 25Ch’al gran Gonzaga innalza altri lo stile,
Altri dispiega d’eloquenza un fiume
Cantando l’alma Elisa in bosco, e ’n piaggia.
Altri poi sparge d’Elicona l’acque,
E loda l’arboscel con alti versi, 30Che venne di Damasco è già gran tempo.
Così per me finchè fia moto e tempo.
Se nulla ponno insieme col mio stile
Tant’intagliati in mille pioppe versi,
Eterna fia Madonna, e tu, chiar fiume, 35Pomposo te n’andrai gonfiando l’acque,
E sempre avrai poeti in questa piaggia.
Ceda di Tempe la fiorita piaggia,
Che presso a Pindo è verde in ogni tempo,
A questi campi, ceda a voi, bell’acque, 40Il chiar Peneo, o qual si trova in stile
Cantato lago, o più superbo fiume,
Ed a Costei le più lodate in versi.
Quant’ho mai messo in prosa, o scritto in versi
Di quest’allegra, e avventurosa piaggia, 45E del corrente, e limpido bel fiume,
E di Costei, ch’onora il nostro tempo,
È breve stilla d’infinito stile:
Tai son. Madonna, il Mencio, il luogo e l’acque.
Qual meraviglia, dunque, se dell’acque,