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186 Matteo Bandello

Com’arda, e com’agghiacci assai sovente,
     S’avvien che ’n que’ begli occhi unqua mi specchie,
     E quante pene i’ soffra e nuove e vecchie
     8Discoprirò piangendo amaramente.
E s’ascolta Madonna i miei martiri,
     I’ spero pur pietà trovar del male,
     11Che mi consuma in tante doglie e guaì.
Almo Sol, se quel giorno a me tu giri,
     I’ prego che mai nube, o nebbia tale
     14Ombrar non possa i tuoi fulgenti rai.


V. 3. Come avviene che Amore mi faccia invecchiare precocemente.

V. 9. E s’ascolta, se si degnerà di prestar orecchio.

V. 12. Se, ottativo, usato da Dante spesso col valore di utinam, Dio voglia che!, a me tu giri, a me tu, o Sole, col tuo giro conduca quel giorno.


CXXVI.

22Amor lo sprona a seguir sempre la Mencia.


Amor mai sempre con due sproni al fianco
     Di que’ begli occhi ardenti come ’l sole,
     Mi caccia e punge amaramente, e vuole
     4Che questa i’ segua ancor ardito e franco.
I’ che mi sento tutto lasso e stanco,
     E veggio lei che sembra augel che vole
     Qual lieve vento, nè ode mie parole,
     8Al mezzo del cammin m’intoppo e manco.
Ma sì pungenti son gli acuti sproni,
     Che per forza mi fan seguir l’impresa,
     11E più ’l timor mi porta che la vita.