Che senza fine i’ godo,
E bramo eternamente mirar fiso
Tant’altre meraviglie del bel viso.
Or ciò ch’io senta, s’ella poi ragiona, 20Come suol sempre, di cose alte e nuove,
Ed oda quanta in quelle labbra piove
Grazia il parlar umanamente grave,
Dicalo Amor, che vuol, ch’allor si prove
Una dolcezza tal che m’abbandona 25Subito l’alma, e vola dove suona
Dei dolci accenti il ragionar soave.
Ben potrà dir ch’a par di lei non s’have
Diletto, o gioia: oh, s’io il sapessi dire,
Certo so ben che ’l mondo invidia avrebbe 30Al viver mio felice, e ogni uom direbbe,
Ch’avanza il mio piacer ogni gioire.
Vedesi allor scoprire
Il trionfo d’Amor fra bei rubini,
Perle e coralli fini, 35E s’io vi guardo intentamente allora
Moro senza sentir come si mora.
Ma che dirà, se ’n parte si discopre
Il casto petto albergo d’ogni grazia,
Ov’ei trionfa, nè giammai si sazia 40L’alte sue pompe farne manifeste?
Ivi ridendo dolcemente spazia,
Ed or l’un poggio, ed ora l’altro copre
Con tanta maestà, che di quell’opre,
Ch’in terra senza par si fan, son queste. 45Ma se per grazia la pomposa veste
Talor dà luogo a tanta meraviglia,
Come balena il ciel, vive faville
Si veggion scintillar a mille a mille,